venerdì 16 luglio 2010

LIETO EVENTO PER CLAUDIA E ARMANDO


Lo scorso 5 luglio è nata nell'ospedale SS. Annunziata la piccola Giorgia, bellissimo cucciolotto del peso di kg 3,130. Alla mamma, la socia e amica Claudia, e al papà Armando gli auguri gioiosi del DOPOLAVORO FILELLENICO.

giovedì 8 luglio 2010

L'ANGOLO DI CARMINE


In questa pagina saranno ospitati i testi del socio fondatore Carmine

Carissimi amici,

permettetemi di presentarvi questo spazio. Ho accettato di buon grado la proposta del presidente Giancarlo di gestire questo spazio per parlare di cose greche, di grecità, come le ho visto e vissuto da circa quattordici anni a questa parte, anche se il mio interesse, se non l’infatuazione, per il mondo greco risale ai tempi della scuola elementare. Vi parlerò della mia esperienza con i greci di oggi, del loro modo di affrontare i problemi quotidiani, degli aspetti non molto noti della vita nella Grecia moderna. Proverò a parlarvi di fatti, di episodi, di modi di dire propri dei greci ( come ad es. gli idiotismi), di come si divertono, di come festeggiano, di come mangiano, di come si comportano in determinate circostanze. Sono le mie esperienze con il mondo greco moderno, che vorrei condividere con voi per far si che insieme possiamo conoscere meglio questa piccola grande nazione, che ha modellato il DNA della civiltà e della cultura europea e di tutto l’occidente. Noi, abitanti della cosiddetta Magna Grecia, abbiamo un motivo in più per avvicinarci al mondo greco. Conoscere loro e il loro mondo è come conoscere i nostri comuni antenati e i loro discendenti: μια φάτσα, μια ράτσα (una faccia, una razza) dicono i greci riferendosi a noi italiani. In questo spazio non c’è un canovaccio o una scaletta precostituita di temi su cui intrattenerci: di volta in volta mi aiuterà nella scelta dell’argomento il ricordo di qualche episodio particolarmente significativo, di qualche usanza degna di essere conosciuta, di qualche espressione tipica dei greci o anche una esplicita richiesta del lettore, se compatibile con le mie conoscenze.

Spero di poter dire qualcosa con frequenza settimanale e soprattutto spero che questo spazio sia di gradimento dei visitatori del nostro sito.




9)


Festa della indipendenza

Γιορτή της επανάστασης του 1821

25 marzo (25η μαρτίου)

  • Come il capodanno anche il 25 marzo è un doppia festa. Si festeggia l’Annunciazione della Vergine Maria e si ricorda l’inizio della insurrezione del popolo greco contro la dominazione dell’impero ottomano. In questo giorno del 1821 inizia la guerra di indipendenza. Nel monastero di Agia Lavra il metropolita di Patrasso Germanos partecipa al giuramento dei rivoluzionari e benedice lo stendardo degli insorti, dando così il crisma ufficiale della Chiesa greca al movimento di liberazione che, sia pure con alterne vicende, porterà alla proclamazione dello stato greco indipendente nel 1830. Gli eventi di Agia Lavra (giuramento dei rivoluzionari e benedizione della bandiera) sono solo alcuni dei tanti interventi della Chiesa greca ortodossa, rivelatisi determinanti nella difesa della identità della nazione greca e nella costituzione dello stato indipendente di Grecia. Questa festa è molto sentita dal popolo greco: è la festa dell'orgoglio e della cultura greca, la festa della identità nazionale. Nel citato monastero di Agia Lavra,.fondato ai tempi dell'’imperatore Niceforo II Foca nel 961 d. C., tra i tanti importantissimi cimeli della sua storia millenaria si conservano lo stendardo della Rivoluzione e i paramenti sacri dell’arcivescovo Germanos.

Tutto ciò spiega il forte sentimento di devozione dei cittadini greci alla loro Chiesa, indipendentemente dai diversi orientamenti politici. Il 25 marzo è festa nazionale e conseguentemente è giorno non lavorativo.

ASPETTO RELIGIOSO

  • Sotto l’aspetto religioso il 25 marzo è la festa dell'Annunciazione (Ευαγγελισμός), ovvero la festa in cui si ricorda la visita dell’arcangelo Gabriele alla vergine Maria, alla quale annuncia che darà alla luce un bambino, di nome Gesù, che salverà il mondo. E’ la festa della Maternità della Beata Vergine Maria, della Theotokos (Θεοτόκος). E’ tutto il mondo cristiano, sia cattolico che ortodosso, che celebra questo evento narrato nel vangelo di Luca, per manifestare la gioia per la intenzione del Signore Dio onnipotente di riconciliarsi con il suo popolo, mediante la incarnazione del suo Figlio per mezzo della Vergine Maria. E’ una festa molto sentita dagli ortodossi, che chiamano la Madonna con il nome di Θεοτόκος, che vuol dire Madre di Dio.

Non è un caso se gli insorti del 25 marzo del 1821 scelsero proprio questo giorno per il loro giuramento di azione rivoluzionaria: si affidavano alla Madre di Dio per realizzare i loro sogni di libertà. Innumerevoli sono in Grecia le chiese dedicate alla Παναγία Θεοτόκος, alla Tutta Santa Madre di Dio.



8)


Cari lettori,

in questo incontro vorrei parlarvi di un personaggio che non esiterei a definire come il più conosciuto e ammirato greco della Grecia moderna. Quest’uomo eccezionale è Mikis Theodorakis, (Μίκις Θεοδωράκης).

E’ conosciuto in tutto il mondo come un grande musicista ed infatti la sua enorme produzione di musica lo colloca ai vertici del panorama internazionale di questo settore delle nobili arti. E’ una vera e propria icona della grecità, interprete fedele della tradizione e dello spirito greco, ma allo stesso tempo innovatore e creatore di una musicalità ellenica di facile presa sulle masse popolari, come anche compositore raffinato e ammirato dai cultori della musica cosiddetta colta, della grande musica, di quella dei pezzi sinfonici, degli oratori, dei balletti, dei concerti, delle opere liriche, delle colonne sonore di alcuni capolavori del cinema come Zorba il greco, L’orgia del potere, Fedra, Serpico, ecc.

Oggi, a 85 anni, dimostra una vitalità e una capacità di presenza e partecipazione alla vita pubblica greca davvero invidiabile. E’ una personalità poliedrica, capace di suscitare ammirazione e entusiasmo in chi lo conosce da vicino, ma anche dure critiche da parte di chi si sente deluso da lui a causa della sua assoluta indipendenza di pensiero e di azione. Infatti, prima di essere un grande musicista è stato ed è tuttora un uomo politico di grande impegno civile, che non esita ad esprimere il suo dissenso nei confronti di chi governa pro tempore il suo paese, anche quando si tratta della sua parte politica.

Nato nell’isola di Chio il 29 luglio del 1925 da padre cretese e da madre originaria della Asia minore iniziò i suoi studi musicali ad Atene e si diplomò nel 1950 presso il conservatorio dello Odeion. Da allora inizia una intensa attività nella produzione musicale, diventa famoso in tutta Europa come compositore di brani sinfonici, balletti, colonne sonore. In collaborazione col poeta greco Yannis Ritsos produce canzoni popolari che lo rendono famoso e stimato non solo in patria, ma anche all’estero.

In Italia è noto soprattutto per la colonna sonora del film Zorba il greco (famosa la “danza di Zorba” a ritmo di sirtaki) e per le collaborazioni con Iva Zanicchi, che nella interpretazione del suo brano Fiume amaro venderà più di un milione di dischi e con Milva, che interpreterà il suo album Come spiegarti, disco d’oro in Germania con il titolo Von tag zu tag (di giorno in giorno).

La sua produzione musicale è vastissima e spazia in tutti i campi in cui questa arte può essere espressa in termini di modalità, strumenti, forme, temi, esecuzione, ambienti, destinatari. Musica sinfonica, da camera, concerti per piano e archi, balletti, opere teatrali ispirate alla cultura classica greca o alla mitologia, oratori, canzoni popolari e/o innovative, comunque espressioni dello spirito e della cultura greca, costituiscono il suo patrimonio artistico, la sua eredità culturale nel campo della musica.

Elencare i titoli delle sue composizioni sarebbe come pretendere di contare e classificare i rami, le foglie e i frutti di un grande albero sonoro. Solo le sue canzoni si contano a centinaia; di queste molte sono su testi di noti poeti greci, altre sono sue composizioni poetiche messe in musica. Le sue composizioni spesso sono collegate ai vari periodi della sua vita avventurosa, periodi che caratterizzano fortemente il contenuto musicale (tristezza, pathos, vivacità, ricordi, situazioni esistenziali, avvenimenti politici, ecc).

Celebre è il ciclo di canzoni basate su testi del già citato poeta Yannis Ritsos (Γιάννης Ρίτσος), ciclo noto con il titolo Romiosini (Ρωμιοσύνη), che vuol dire grecità, ellenismo, mondo greco e che risale ai primi anni della sua produzione musicale (anni ’60).

Agli stessi anni risale il notissimo oratorio Axion Estì (¨Αξιον Εστί ), che vuol dire “sii degno”, basato su un testo, tra altri, del poeta premio Nobel Odysseas Elytis (Οδυσσέας Ελύτης), opera che lo stesso Theodorakis definisce come “βήμα προς τη μετασυμφωνική μουσική, ένα μνημείο της σύγχρονής ελληνικής τέχνης” e cioè “ un passo verso la musica postsinfonica, un monumento dell’arte greca moderna”. Ma non ha mai smesso di creare musica e partecipare a concerti che si tengono ovunque in suo onore. Ad esempio il canale satellitare greco ERT World gli ha dedicato due serate (αφιέρωμα), il 20 e il 27 novembre scorsi, nelle quali, lui presente in ottima forma, è intervenuto spesso per commentare e dare spiegazioni e dettagli sulle canzoni che venivano via via eseguite. In Grecia non vi è concerto o manifestazione folcloristica in cui non si suoni o canti un qualche suo brano fra i tanti conosciuti da tutta la popolazione. La sua collaborazione con i protagonisti della cultura mondiale, come il sopraccitato Odysseas Elytis e l’altro premio Nobel greco Jorgos Seferis, l’utilizzo per le sue composizioni di testi di scrittori e poeti di fama mondiale come Pablo Neruda o Federico Garcia Lorca, l’aggancio delle sue canzoni alla tradizione popolare non disgiunto da spinte innovative, l’interpretazione delle sue opere da parte di artisti eccelsi come i cantanti Maria Farantouri, Melina Mercuri, George Dalaras, i suoi intensi rapporti con i maestri della musica contemporanea come Dmitri Shostakovitch o Darius Milhaud costituiscono altrettanti tasselli della sua personalità artistica, rendendolo un unicum nel panorama internazionale della musica moderna.

Ma Mikis Theodorakis non è solo un grande musicista. L’amore per il suo paese lo ha visto impegnato sin da giovanissimo in politica. Milita nelle organizzazioni di sinistra e durante la dittatura dei colonnelli (1967-1974) viene imprigionato e torturato, mentre la sua musica viene proibita. Liberato dalla giunta militare a seguito di pressioni internazionali viaggia all’estero per sensibilizzare l‘opinione pubblica mondiale alla causa della libertà del popolo greco. E’ in quel periodo che scrive canzoni tratte da poesie del patriota greco Alexandros Panagulis. Punto di riferimento per l'opinione pubblica di sinistra, al ritorno della democrazia in Grecia, quando il governo socialista guidato da Andreas Papandreou si trova al centro di alcuni scandali di corruzione, Theodorakis per qualche tempo si schiera con il centro-destra (Nuova Democrazia), riconciliandosi con la sinistra soltanto dopo l'uscita di scena di Papandreu. E’ stato deputato al parlamento greco nel 1964, nel 1081 e nel 1990. E’ stato ministro nel governo Mitsotakis e si è adoperato per stabilire migliori relazioni con la Turchia. E’ stato anche proposto come candidato a Presidente della Grecia, ma non ha accettato, preferendo la sua libertà di azione e di pensiero, anche nelle vicende internazionali come la Palestina, la guerra in Iraq e quella turco –cipriota.

Una sua frase indicativa della sua personalità e del suo impegno politico è la seguente: “L’unità nazionale è stata la grande utopia della mia vita

Recentemente (fine novembre 2010), a 85 anni, ha fondato un nuovo movimento politico chiamato “σπίθα”, che vuol dire “scintilla”, ma che non darà origine ad un nuovo partito politico.

Nella presentazione del programma di questo movimento il compositore ha invitato i greci alla “disobbedienza” alle decisioni del governo, le quali, secondo lui, partono dagli Usa, dal Fmi e dall’Ue ledendo i diritti sovrani del Paese e configurano una cessione di sovranità a potenze straniere. Condivisibile o meno, questa sua presa di posizione è un ulteriore elemento della sua vitalità, dell’impegno per il suo paese, mai venuto meno.

Il contributo di questo grande musicista alla diffusione della cultura greca è immenso, come immensa è la immagine che egli porta con se di coerenza con le proprie idee, spesso scomode, ma sempre orientate alla valorizzazione della grecità in tutte le sue espressioni.

Un caro saluto a tutti e…..alla prossima!. Carmine



7)

La festa del 1° maggio ( festa del lavoro) > Η πρωτομαγιά

Cari lettori,

in questo incontro vorrei parlarvi del primo maggio greco (η πρωτομαγιά), di come viene vissuta in Grecia questa giornata. Come è noto il primo maggio è la festa del lavoro, celebrata in tutto il mondo per dare risalto al valore del lavoro e per ricordare le lotte sostenute dai lavoratori per ottenere condizioni di vita più umane, più dignitose, più rispettose dei diritti della persona. In Grecia la festa del primo maggio si carica anche di altri significati, legati alle tradizioni a volte risalenti all’età classica o alla mitologia. Come festa del lavoro è molto sentita e partecipata, in particolare dagli aderenti alle organizzazioni di sinistra (partiti e sindacati), che considerano questa ricorrenza quasi una loro prerogativa esclusiva, espressa soprattutto con la partecipazione a imponenti cortei che sfilano nelle principali città greche. Un personaggio molto noto, considerato nelle celebrazioni del 1° maggio come un idolo, una icona della lotta di classe, è Alessandro Panagulis (Aλέξανδρος Παναγούλης), noto anche con il diminutivo Αλέκος. Fu un leader della resistenza greca contro il regime dei colonnelli. Poeta e politico greco, morì in un misterioso incidente stradale a Glyfada (non lontano da Atene) in viale Vouliagmenis, proprio il 1° maggio del 1976. Le perizie fatte sul posto arrivarono a conclusioni discordanti: per molti l’incidente fu provocato ad arte per eliminare un testimone scomodo. Per i suoi ideali, per le sofferenze subite in carcere durante la dittatura, per la sua dirittura morale è considerato eroe nazionale e ricordato nelle manifestazioni del 1° maggio quasi con venerazione. La sua immagine campeggia in tutte le celebrazioni che si svolgono il 1° maggio in Grecia e tuttora il ricordo della sua figura vive in quanti lo conobbero, riecheggiando l’urlo della immensa folla (oltre un milione di persone), che ai suoi funerali gridava: ζει!, ζει!,ζει! (vive!, vive!, vive!). In Italia è noto sia come poeta, sia come compagno della nostra scrittrice Oriana Fallaci, che racconterà la sua storia nel romanzo Un uomo, best seller pubblicato nel 1979. Come poeta è noto per la pubblicazione nel 1972 (era ancora in prigione) di una sua collezione di poesie, che gli valse il Premio Viareggio Internazionale. Fu molto amico del nostro scrittore Pier Paolo Pasolini, che in più occasioni scrisse note introduttive a pubblicazioni di sue opere. Tuttavia la festa del 1° maggio è comunque festa di popolo, che non si esaurisce con cortei, concerti e/o manifestazioni di carattere solo politico o sindacale. Questo giorno per i greci è anche festa della primavera, o festa dei fiori. Ancora prima della proclamazione del primo maggio come festa del lavoro, in Grecia e in altre parti d’Europa il primo maggio era celebrato come il giorno del definitivo passaggio dall’inverno all’estate, il giorno del risveglio della natura, che si manifesta soprattutto con il trionfo dei fiori nella loro varietà di colori e profumi. In questo giorno si organizzano passeggiate fuori porta, pic nic sull’erba, escursioni spensierate in luoghi non tanto lontani da casa, per respirare aria nuova e godersi lo spettacolo policromo della la natura in fiore. In questo contesto assume rilevanza notevole la festa dei fiori. Specialmente nelle grandi città si organizzano fiere e mercati delle diverse specie di piante e fiori. Si confezionano ghirlande, che vengono appese sulla porta di casa o sui balconi, per esprimere la propria partecipazione e sensibilità al risveglio della natura e alla difesa dell'’ambiente. Non vi è casa in questo giorno in cui non vi sia una ghirlanda di fiori appesa all’esterno della porta di casa o su un balcone: tutti devono avere la loro coroncina (το στεφάνι), fatta principalmente di garofani o di rose di vario colore. Chi si reca nelle campagne o nelle colline circostanti, per passare una festosa giornata in compagnia di amici o con la propria famiglia, spesso si dedica a raccogliere fiori selvatici per farne un bouquet da offrire alla propria donna: è un modo gentile e alla stesso tempo affettuoso di mostrare alla persona amata attenzione e dedizione rinnovate in coincidenza con il risveglio della natura, con la pienezza della primavera. Nelle città più popolate si organizzano concerti, sfilate in costumi tradizionali, sagre e fiere, alle quali assiste un gran numero di persone, che rientrano a casa a notte inoltrata. E’ il 1° maggio dei greci, è η πρωτομαγιά. Un caro saluto a tutti e….alla prossima!


6)

La festa nazionale del NO

Cari lettori,

dopo la parentesi estiva che si è protratta oltre il previsto per qualche acciacco di troppo, oggi (27 ottobre) provo a riprendere i nostri incontri nel mio angolo informatico.

Il 28 ottobre in Grecia è festa nazionale, è la festa del NO e colgo l’occasione per parlarvi di questo evento sia per la sua attualità, sia perché è un festa che in qualche modo ci riguarda.

Il 28 ottobre del 1940 la Grecia rispose con un secco no all’ultimatum di Mussolini di accettare l’invasione del territorio greco da parte delle forze armate italiane. Iniziava la guerra in Grecia, il cui esercito si difese strenuamente e anzi passò all’offensiva occupando parte dell'’Albania. Sappiamo tutti come andò a finire: intervento dei tedeschi, armistizio dell’otto settembre 1943, tragedia della divisione Julia, i fatti di Cefalonia e di Kos.

Nel 1940 in Grecia vi era un regime fascista, come del resto in Italia e in Spagna. Il dittatore del momento era il generale Ioannis Metaxas, che nel 1936 era stato incaricato dal re Giorgio II di formare il governo, anche senza la fiducia del parlamento dal momento che le elezioni del 1936 non avevano prodotto una maggioranza parlamentare capace di esprimere un governo stabile. Il primo atto del generale fu infatti quello di sciogliere il parlamento. Ma nei giorni dell'invasione

i Greci ritrovarono l’unità nazionale, che consentì loro non solo di resistere, ma di contrattaccare e respingere con tutte le loro forze l’attacco italiano. Il generale Metaxas nell’annunciare alla radio lo stato di guerra con l’Italia disse: il suolo della patria va difeso, la guerra che affrontiamo oggi è una guerra per l’onore.

E’ in queste parole che si può trovare la spiegazione della festa nazionale del 28 ottobre: è la festa dell’onore, dell'orgoglio, della fierezza del popolo greco, che se anche diviso al suo interno, è capace di unione, di solidarietà, di lotta comune di fronte al pericolo che incombe sulla nazione. Questa festa, al di là del fatto specifico che vuole ricordare, è indicativa del carattere volitivo, coraggioso, unitario dei cittadini greci, un carattere permanente nella storia di questo popolo, come ci ricordano i vari episodi di valore narrati nelle guerre persiane dell'antichità ( i 300 spartani delle Termopili, il sacrificio del maratoneta Filippide, le diverse leghe create per contrastare il comune nemico, ecc).

Un caro saluto a tutti i lettori e…. alla prossima!


5)

Le uova rosse di Pasqua

Cari amici,

questa volta vorrei parlarvi di una usanza tipica del periodo pasquale in Grecia. Si tratta delle uova tinte di rosso. Una Pasqua senza uova rosse è inconcepibile per un greco. Secondo alcuni studiosi questa usanza era praticata dagli ebrei durante i festeggiamenti. L‘uovo in sé è simbolo della nascita, mentre il colore rosso rappresenta la vitalità. Ma vi sono anche altre diverse interpretazioni in qualche modo legate a vari momenti della passione di Cristo.

Una leggenda narra che Maria Maddalena, con altre donne, fosse andata al sepolcro di Gesù. Trovandolo vuoto, corse alla casa dei discepoli annunciando la straordinaria scoperta. Pietro allora la guardò incredulo e disse Crederò a quello che dici solo se le uova contenute in quel cestello diverranno rosse”. E le uova si colorarono di rosso. La preparazione di queste uova rosse avviene il Giovedì Santo (Μεγάλη Πέμπτη). Per l’importanza di questa tradizione questo giorno dai greci è chiamato anche “il giorno in cui si tingono le uova di rosso”. In molte zone la tradizione precisa sia il numero delle uova da colorare, sia il modo con cui decorarle. Le uova destinate ad essere colorate di regola sono benedette dal papàs nella mattinata del mercoledì santo, durante il giro delle case, in cui egli benedice anche, oltre ad altri oggetti, la farina e il sale con cui si farà il lievito dell'’anno. Da aggiungere che la colorazione delle uova nel periodo pasquale è una usanza diffusa in molte altre parti del mondo. Ad esempio, in Germania e in Austria si regalano uova dipinte di verde; in Armenia le uova sono dipinte con immagini di Gesù o della Madonna o con scene della Passione; nei paesi dell'Europa orientale si usano motivi stilizzati geometrici combinando il bianco con il rosso o il blu. L’uovo di cioccolata che si usa da noi non è altro che un adattamento allo specifico italico di questa usanza, anche se dolci e ciambelle contenenti uno o più uova sode erano e sono ancora oggi presenti nei preparativi della tavola di Pasqua nelle nostre contrade.

Che fine fanno queste uova colorate? Si consumeranno nella notte di Pasqua durante la cosiddetta battaglia delle uova rosse. Al termine della liturgia della mezzanotte, in cui è stata annunciata la Resurrezione (Ανάσταση) i fedeli, con la candela ancora accesa tornano a casa ed è questo il momento in cui si da inizio alla tradizionale cena pasquale, cominciando dalla citata battaglia. E’ una specie di gioco in cui ogni commensale tiene stretto in mano il suo uovo rosso, con la punta del quale deve cercare di rompere quello del vicino. Durante il gioco si pronuncia da entrambi i partecipanti la frase rituale: Χριστός ανέστη (Cristo è risorto) / Αληθώς ανέστη (Veramente è risorto). Vince chi alla fine rimane solo ad avere il suo uovo ancora intatto. Si crede che il vincitore sarà fortunato per tutto il resto dell'anno. Ma il gioco è fatto per ridere, per scherzare e per creare una atmosfera di allegria in tutta la famiglia, che spesso è allargata ai parenti e agli amici più intimi.

Affettuosi saluti a tutti e…alla prossima!



4)

Il compare nel matrimonio greco


Cari amici,

in questa puntata del mio angolo filellenico vorrei parlarvi di una figura particolare presente in ogni matrimonio greco. Si tratta del “κουμπάρος”, che potremmo tranquillamente identificare nel nostro “compare d’anello” con funzione di testimone alle nozze, anche se questa definizione è alquanto riduttiva rispetto al ruolo che questa figura assume (almeno in teoria) nel matrimonio (γάμος) greco.
Il kumparos è presente alla cerimonia, che si svolge in chiesa davanti al papàs. Egli sta alle spalle degli sposi, spesso in posizione sopraelevata (su uno sgabello, ad esempio) rispetto agli stessi.
Ad un certo punto della cerimonia, quando il papàs si rivolge agli sposi con consigli, esortazioni, incoraggiamenti e auguri per la nuova famiglia, il kumparos mantiene sospese sulle teste dei due sposi due coroncine (τα στεφάνια), una per la sposa e una per lo sposo, incrociandole tra loro e spostandole da una testa all’altra diverse volte nel corso della omelia (ομιλία) del sacerdote ed infine depositandole sulla testa degli sposi (incoronazione degli sposi το στεφάνωμα).
Questa usanza è diffusa anche in altre aree di religione ortodossa, come ad es. in Russia.
Le coroncine sono di metallo pregiato, oro o argento a seconda della capacità economica e della volontà del compare. Ma possono essere fatte anche con delle ghirlande di fiori, impreziosite da gemme o altri oggetti di valore.
E’ noto che i greci nel loro modo di essere e di manifestarsi nelle diverse circostanze della vita ricorrono molto spesso a gesti simbolici, a comportamenti solitamente legati alla tradizione, che vogliono esprimere sentimenti, idee, consigli, esortazioni, inviti, diretti ai destinatari di tali gesti e che dicono molto di più di quanto possano fare parole o discorsi a volte un po’ tediosi..
Con il gesto descritto poc’anzi il compare vuole dire ai nubendi che la loro vita a due deve basarsi sulla condivisione delle idee e delle azioni conseguenti (da una testa all’altra e viceversa), sulla solidarietà, sulla concordia, sull’affetto e sulla assistenza reciproca di ciascuno dei due verso l’altro e viceversa. Le due coroncine saranno poi conservate per tutta la vita come simbolo e pegno di una vita vissuta e da vivere ancora insieme.
Ma il ruolo del compare di nozze non si esaurisce con la cerimonia in chiesa. Egli assume il compito di guidare i novelli sposi nella vita a due, che d’ora in poi dovranno affrontare; egli diventa una specie di protettore della nuova famiglia, impegnandosi ad aiutarla, anche economicamente, nelle eventuali difficoltà che dovessero sorgere. La sua figura è tanto importante che spesso il primo figlio della giovane coppia porterà il suo nome, se non gli sarà dato quello del nonno. Ne deriva che la scelta del κουμπάρος non avviene a caso: egli diventerà “uno di famiglia, quasi in consanguineo”. Deve essere quindi il migliore tra i possibili, deve essere capace di adempiere ai suoi compiti verso la nuova famiglia.
La figura del compare, così come viene concepita oggi dal popolo greco, è indicativa della importanza attribuita al matrimonio e al valore della famiglia che da esso discende, tanto da prevedere un persona, il kumparos appunto, che ha il compito di aiutarla a crescere e a consolidarsi nel corso del tempo.
Affettuosi saluti a tutti e….alla prossima!


3)

Un letto perfetto


Cari amici, questa volta vorrei parlarvi di una usanza greca che si pratica in vista di un matrimonio imminente.

Qualche giorno prima della cerimonia del matrimonio i promessi sposi invitano i parenti e gli amici più intimi a visitare quella che sarà la loro casa da sposati. Inutile dire che si è accolti con la classica ospitalità greca: ricco buffet, dolcetti, stuzzichini, bevande per tutti. Si visitano le diverse stanze della casa, già complete di tutto; si osservano i regali ricevuti, che fanno bella mostra su un grande tavolo; si fanno complimenti e auguri ai nubendi e alle loro famiglie.

Ad un certo punto un gruppetto di tre o quattro ragazze (la tradizione le vuole vergini) si chiudono nella stanza da letto con il compito di preparare il letto in maniera perfetta in termini di geometria, assenza di pieghe, posizionamento dei vari elementi che insieme costituiranno l’estetica e la funzionalità del talamo nuziale.

Quando ritengono di aver adempiuto al loro compito, chiamano i genitori degli sposi e gli amici invitati per mostrare loro il lavoro fatto. Infine viene chiamato lo sposo per verificare la bontà e la riuscita di questa importante operazione. Lo sposo osserva, guarda dappertutto (anche sotto il letto) e, apparentemente insoddisfatto, solleva lenzuola e coperte, lanciandole in aria e disfacendo in tal modo il letto. Le ragazze devono ripetere l’operazione, cercando di capire che cosa non è piaciuta allo sposo. Si prepara il letto una seconda volta e si ripete la stessa scena: anche questa volta lo sposo appare insoddisfatto e il letto è ancora da rifare.

Le ragazze, che sanno perfettamente come vanno queste cose, rifanno il letto una terza volta e, finalmente, lo sposo si dichiara soddisfatto e si complimenta con loro.

A questo punto la stanza è invasa dai parenti e dagli amici che, mano al portafoglio, gettano sul letto un ulteriore regalo in denaro, volendo così esprimere la loro fattiva e concreta solidarietà alla nuova famiglia che sta per costituirsi.

Quale è il significato di questa usanza? E’ un invito, se non proprio un avvertimento alla sposa che sarà la padrona di casa, a tenerla in perfetto ordine, pulita, accogliente, pena l’insoddisfazione del marito e qualche eventuale rimprovero. (Retaggio di una società maschilista?)

Tradizioni che si concretizzano in comportamenti simbolici sono molto frequenti nella società greca. In materia di matrimonio vi sono anche altre usanze che mi riservo di descrivere nei prossimi incontri. Per dovere di completezza di quanto detto a proposito del letto perfetto c’è da aggiungere che oltre il denaro gettato da parenti e amici sul letto appena rifatto, chi ha bambini piccoli con sé getta anche questi, a volo, sul letto, che pertanto si presenta come una nidiata di figli circondati da ricchezza. E’ un modo simbolico, tutto greco, di augurare la nascita di molti figli senza problemi economici.

Un caro saluto a tutti e…..alla prossima!



2)

Una benedizione offerta in promozione


In questo secondo incontro con voi lettori vorrei parlarvi di un fatto curioso, che mi capitò in Grecia la mattina di Pasqua del 1997. Ero con la delegazione del comune di Crispiano, che restituiva alla città di Νέα Χαλκηδόνα la visita di gemellaggio, fatta da questa graziosa cittadina della cintura intorno ad Atene, a Crispiano nella estate precedente. Dovevamo tutti andare fuori città, sulle montagne, precisamente a Λειβαδιά, dove avremmo trascorso la giornata della Pasqua, ospiti delle popolazioni locali, con pranzo in piazza a base di agnello arrostito sulla stessa piazza.

Passeggiavo sul marciapiede antistante l’ingresso dell'albergo in attesa del pulmann che ci avrebbe condotto a destinazione, quando un prete (παπάς), riconoscibile dal tradizionale abito, mi ferma e mi chiede: ορθόδοξος; (sei ortodosso?); gli rispondo di no, sono cattolico.

Lui replica: δεν πειράζει. (non importa!) e accompagna le parole con il gesto della mano, come per dire: va bene lo stesso.

Dopo di che inizia una preghiera, - ovviamente in un greco, di cui capivo poco o niente - interrotta di tanto in tanto con ampi segni di croce a mo’ di benedizione. La scena, tra parole e gesti, durò tre o quattro minuti, durante i quali non sapevo proprio che fare, aspettando l’epilogo. Quando mi sembrò che fosse terminata la preghiera (e l’incontro), stesi la mano verso il prete, in segno di saluto e congedo, non senza avergli rivolto un σευχαριστώ (ti ringrazio), una delle prime parole greche che avevo imparato.

Ma il papàs non prese la mia mano, perché la sua destra era impegnata a fare un gesto inequivocabile, comprensibile sotto tutte le latitudini: stropicciava l’indice contro il pollice per chiedere il prezzo (obolo?, carità?, compenso?...) del servizio prestato. Sorpreso della muta, ma esplicita richiesta, decisi di porre fine alla scena e, tirando fuori il portafoglio, presi 500 dracme (al cambio di allora erano circa 3500 lire) e le diedi al questuante papàs. Ma non era finita.

Non era soddisfatto. Con un buona dose di audacia (o faccia tosta) provò a inserire il suo indice nel mio portafoglio per indicare tagli più grandi di banconote. Lo bloccai bruscamente, facendogli cenno che per me era sufficiente quanto gli avevo dato. Se ne andò, senza salutare.

Pensai che potesse essere un falso prete e ne parlai con il sindaco di Νέα Χαλκηδόνα, l’architetto Nicola Papamicrulis. Questi mi spiegò che quasi certamente quello era un vero παπάς, ma forse appartenente ad una fascia del clero non adeguatamente sostenuta dallo stato greco o dalla chiesa ortodossa. Anche questo è mondo greco di oggi.

Un caro saluto a tutti i lettori e….alla prossima!



1) Cosa vi propongo come primo assaggio del nostro incontro?: - un gustoso episodio di errata espressione linguistica.

Grecia, estate del 2004, località Εγείρα, una tranquilla cittadina lungo la costa tra Patrasso e Corinto. E’ passata da poco la mezzanotte, siamo tutti sulla veranda della villetta della famiglia che mi ospita ormai da diversi anni, intenti a gustarci un po’ di brezza marina, tra un assaggio di ούζο (una bevanda alcolica aromatizzata all’anice) e una scorpacciata di καρπούζι (la nostra dolce rossa anguria). Ci sono anche amici che abitano nelle vicinanze. Si chiacchiera, si ride, si raccontano i fatti del giorno. Io sto cercando di capire qualcosa del greco moderno, un po’ con la grammatica, un po’ con l’ascolto della conversazione, un po’ con la spiegazione che mi forniscono gli amici ricorrendo ad altre lingue come il francese o un latino maccheronico adattato alle mie capacità di comprendonio. Intanto si è fatto tardi, qualcuno comincia a sbadigliare, stenta la conversazione.

A questo punto mi viene l’idea di proporre ai presenti di andare a dormire, di andare a letto e per sfoggiare il mio greco moderno, imparato principalmente attraverso la grammatica, traduco mentalmente la frase e la dico ai presenti: che dite, andiamo a letto? τι λέτε, πάμε στο κρεβάτι;

Per tutta risposta mi becco una fragorosa risata generale. Cosa ho detto?, cosa ho combinato? – chiedo ai presenti. Mi spiegano che proporre di andare a letto per loro significa letteralmente proporre di andare a fare l’amore. Per dire andiamo a letto, nel senso di andare a dormire, i greci sono un po’ più precisi di noi italiani. Loro dicono : andiamo al sonno, πάμε για ύπνο.

Ecco spiegato il motivo della risata. Chiedo scusa a tutti dell'’involontario errore e li ringrazio per la precisazione. State attenti dunque, se proponete ad un greco o a una greca di andare a letto: potrebbe equivocare!

Un caro saluto a tutti e ….alla prossima.!


LA CANZONE DEL GRUPPO - ΚΑΠΟΥ ΘΑ ΣΥΝΑΝΤΗΘΟΥΜΕ

Abbiamo scelto questa canzone perché in qualche modo ci rappresenta, anche se è una condizione piuttosto comune a molti nella nostra epoca. Anche noi quando dobbiamo riunirci, per un motivo o per l'altro, per impegni di uno o dell'altro, troviamo difficile se non impossibile incontrarci. Inoltre è cantata da un gruppo di bravi artisti affiatati che speriamo possano portare fortuna alla nostra associazione. Cliccando qui possiamo trovare il testo e la traduzione in italiano