Liceo
Classico Statale
“Tommaso Campanella”
Reggio
Calabria
Egregio
Signor Ministro, Prof.ssa Stefania Giannini,
i
nostri giorni vedono le iscrizioni al liceo classico dappertutto in
sensibile calo, mentre, come ben sa, si afferma sempre di più l’idea
che i saperi come quelli umanistici, che non sono utili a ricavare
profitti, non servano a nulla. Avrà notato che va perfino
riproponendosi talora il vecchio e superato antagonismo con la
cultura scientifica, che non tiene conto del fatto che all’interno
di una
cultura autenticamente umanistica […]
anche la ricerca scientifica e tecnologica acquista significato,
come autorevolmente scrivono Roberto Esposito, Adriano Fabris,
Giovanni Reale (Un
appello per la filosofia).
Ben
conosce il valore della proposta educativa del liceo classico e le
peculiarità dell’indirizzo di studi, quale arricchimento per la
formazione dei giovani sia il confronto immediato con i testi delle
civiltà classiche, come proprio la traduzione dal latino e dal greco
rappresenti un cimento che
ha effetti positivi nei più diversi campi
– come sostiene Luciano Canfora - e che
non serve necessariamente a formare futuri classicisti, ma piuttosto
ad allertare menti critiche e creative, capaci
di affermarsi anche in campi diversi (Disegnare
il futuro con intelligenza antica. L’insegnamento del latino e del
greco antico in Italia e nel mondo,
a cura di L. Canfora e U. Cardinale, Bologna 2012, p.29): non a caso
il filosofo Dario Antiseri definisce
puramente scientifico
il lavoro di traduzione dal greco e dal latino, indicando ciò che è
davvero essenziale nella formazione liceale di giovani preparati ad
affrontare la complessità delle sfide del futuro.
Di fatto i più
grandi scienziati italiani hanno frequentato il liceo classico,
allenando la mente a formulare e verificare ipotesi proprio sui brani
di versione dal greco e dal latino.
Perché dunque
incoraggiare programmaticamente i nostri ragazzi a rifuggire dagli
studi classici e dallo studio delle discipline umanistiche, da sempre
fiore all’occhiello della nostra tradizione scolastica, quando
perfino negli Stati Uniti, intendendo elevare la qualità della
preparazione degli studenti ed offrire, nella scuola pubblica così
come nella scuola privata, un programma che possa formare le future
classi dirigenti, ci si affida oggi con rinnovato interesse
all’insegnamento del latino? Quando anche nella multirazziale
Brooklyn la “Latin School”, un liceo pubblico, accoglie per
merito gli adolescenti più capaci di tutte le classi sociali,
aprendo loro le porte del Baccellierato Internazionale che consente
l’ammissione alle università straniere?
Eppure,
rischiando di confondere i mezzi con i fini, alcuni atti di indirizzo
del Ministero dell’Istruzione e alcune forme di comunicazione
adottate per promuovere l’orientamento degli studenti nella scelta
del percorso della secondaria superiore indicano nell’apprendimento
delle nuove tecnologie digitali e dei “saperi pratici”, o di
quelli che almeno abbiano pronta applicazione rivolta all’utile
immediato, gli obiettivi formativi e di contenuto di un’istruzione
di eccellenza al passo con i tempi, mancando invece di sottolineare
adeguatamente che compito precipuo di una scuola che voglia dirsi
veramente “liceale” è quello di formare (contemperando studi
scientifici e umanistici, filosofia e filologia e scienze esatte)
intelligenze che il domani possano immaginarlo e crearlo; e ciò non
si fa, a parere degli scriventi, invitando perfino i nostri giovani
migliori a rincorrere l’oggi effimero o ad apprendere precocemente
le discipline professionalizzanti e per giunta proponendo, come
qualcuno fa, la riduzione del percorso di studi della secondaria
superiore a quattro anni.
Svalutando oggi
gli studi che si possono compiere nel liceo classico, seri, rigorosi,
autenticamente formativi, rischiamo di produrre un danno
incalcolabile al Paese, privandoci della possibilità di avere in
futuro una classe dirigente e professionale che abbia adeguate,
solide e complete basi culturali ed intelligenza davvero aperta alla
soluzione dei problemi ed all’ideazione del nuovo.
E tale
svalutazione avviene nel paese che vanta più della metà dei beni
culturali del mondo, una risorsa economica che nessuno un giorno sarà
più in grado di gestire, non possedendo le necessarie conoscenze e
competenze.
Consapevoli di
quanto sopra esposto, chiediamo a Lei, Signor Ministro, un impegno
fattivo per la difesa e la valorizzazione del liceo classico in tutti
gli atti di indirizzo del Suo Ministero. Certi che vorrà condividere
le nostre istanze, ben consapevole del valore di questo corso di
studi anche nella prospettiva delle scelte strategiche di politica
scolastica che sarà chiamata a compiere, Le chiediamo di spendersi
concretamente per il suo potenziamento, con l’adozione di quegli
interventi che possano restituirgli la meritata centralità nel
sistema dell’istruzione superiore italiana.
Maria Rosaria Rao
Dirigente
Scolastico
E' possibile far giungere adesioni alla lettera della preside al ministro dell'Istruzione Giannini inviando una mail all'indirizzo rcpc050008@istruzione.it