lunedì 28 aprile 2014

Appello per il liceo classico


Liceo Classico Statale
“Tommaso Campanella”
Reggio Calabria


Egregio Signor Ministro, Prof.ssa Stefania Giannini,

i nostri giorni vedono le iscrizioni al liceo classico dappertutto in sensibile calo, mentre, come ben sa, si afferma sempre di più l’idea che i saperi come quelli umanistici, che non sono utili a ricavare profitti, non servano a nulla. Avrà notato che va perfino riproponendosi talora il vecchio e superato antagonismo con la cultura scientifica, che non tiene conto del fatto che all’interno di una cultura autenticamente umanistica […] anche la ricerca scientifica e tecnologica acquista significato, come autorevolmente scrivono Roberto Esposito, Adriano Fabris, Giovanni Reale (Un appello per la filosofia).

Ben conosce il valore della proposta educativa del liceo classico e le peculiarità dell’indirizzo di studi, quale arricchimento per la formazione dei giovani sia il confronto immediato con i testi delle civiltà classiche, come proprio la traduzione dal latino e dal greco rappresenti un cimento che ha effetti positivi nei più diversi campi – come sostiene Luciano Canfora - e che non serve necessariamente a formare futuri classicisti, ma piuttosto ad allertare menti critiche e creative, capaci di affermarsi anche in campi diversi (Disegnare il futuro con intelligenza antica. L’insegnamento del latino e del greco antico in Italia e nel mondo, a cura di L. Canfora e U. Cardinale, Bologna 2012, p.29): non a caso il filosofo Dario Antiseri definisce puramente scientifico il lavoro di traduzione dal greco e dal latino, indicando ciò che è davvero essenziale nella formazione liceale di giovani preparati ad affrontare la complessità delle sfide del futuro.

Di fatto i più grandi scienziati italiani hanno frequentato il liceo classico, allenando la mente a formulare e verificare ipotesi proprio sui brani di versione dal greco e dal latino.

Perché dunque incoraggiare programmaticamente i nostri ragazzi a rifuggire dagli studi classici e dallo studio delle discipline umanistiche, da sempre fiore all’occhiello della nostra tradizione scolastica, quando perfino negli Stati Uniti, intendendo elevare la qualità della preparazione degli studenti ed offrire, nella scuola pubblica così come nella scuola privata, un programma che possa formare le future classi dirigenti, ci si affida oggi con rinnovato interesse all’insegnamento del latino? Quando anche nella multirazziale Brooklyn la “Latin School”, un liceo pubblico, accoglie per merito gli adolescenti più capaci di tutte le classi sociali, aprendo loro le porte del Baccellierato Internazionale che consente l’ammissione alle università straniere?

Eppure, rischiando di confondere i mezzi con i fini, alcuni atti di indirizzo del Ministero dell’Istruzione e alcune forme di comunicazione adottate per promuovere l’orientamento degli studenti nella scelta del percorso della secondaria superiore indicano nell’apprendimento delle nuove tecnologie digitali e dei “saperi pratici”, o di quelli che almeno abbiano pronta applicazione rivolta all’utile immediato, gli obiettivi formativi e di contenuto di un’istruzione di eccellenza al passo con i tempi, mancando invece di sottolineare adeguatamente che compito precipuo di una scuola che voglia dirsi veramente “liceale” è quello di formare (contemperando studi scientifici e umanistici, filosofia e filologia e scienze esatte) intelligenze che il domani possano immaginarlo e crearlo; e ciò non si fa, a parere degli scriventi, invitando perfino i nostri giovani migliori a rincorrere l’oggi effimero o ad apprendere precocemente le discipline professionalizzanti e per giunta proponendo, come qualcuno fa, la riduzione del percorso di studi della secondaria superiore a quattro anni.

Svalutando oggi gli studi che si possono compiere nel liceo classico, seri, rigorosi, autenticamente formativi, rischiamo di produrre un danno incalcolabile al Paese, privandoci della possibilità di avere in futuro una classe dirigente e professionale che abbia adeguate, solide e complete basi culturali ed intelligenza davvero aperta alla soluzione dei problemi ed all’ideazione del nuovo.

E tale svalutazione avviene nel paese che vanta più della metà dei beni culturali del mondo, una risorsa economica che nessuno un giorno sarà più in grado di gestire, non possedendo le necessarie conoscenze e competenze.

Consapevoli di quanto sopra esposto, chiediamo a Lei, Signor Ministro, un impegno fattivo per la difesa e la valorizzazione del liceo classico in tutti gli atti di indirizzo del Suo Ministero. Certi che vorrà condividere le nostre istanze, ben consapevole del valore di questo corso di studi anche nella prospettiva delle scelte strategiche di politica scolastica che sarà chiamata a compiere, Le chiediamo di spendersi concretamente per il suo potenziamento, con l’adozione di quegli interventi che possano restituirgli la meritata centralità nel sistema dell’istruzione superiore italiana.

Maria Rosaria Rao

Dirigente Scolastico


E' possibile far giungere adesioni alla lettera della preside al ministro dell'Istruzione Giannini inviando una mail all'indirizzo
rcpc050008@istruzione.it

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