Intorno alla metà di settembre, in coincidenza con l'ulteriore tornata elettorale che ha mantenuto Alexis Tsipras a capo del Governo greco, la socia consigliera Alessandra Carpino, giornalista free lance, ha soggiornato per alcuni giorni nella capitale ellenica, dove per motivi professionali ha incontrato esponenti della cultura e della Intellighentia del Paese, con i quali si è confrontata sui problemi relativi alla situazione socio-politico-economica contemporanea.
Nei giorni scorsi abbiamo riportato, in esclusiva per Dopolavoro Filellenico, il suo reportage intervista al giornalista Spyros Metaxas, socio onorario del nostro sodalizio.
In questa seconda puntata pubblichiamo l'articolo in cui Alessandra racconta l'incontro con Angelo Saracini, anch'egli nostro socio onorario e artefice insieme con Spyros di una memorabile videoconferenza sulla crisi che tenemmo tre anni fa tra Taranto e Atene.
Angelo Saracini nel suo elegante studio in via Patissìon ad Atene
ATENE - Odos
Patision
si snoda quasi interminabile e colma di vitalità sotto il sole
energico di settembre. Un’arteria principale nel cuore di Atene, un
moto perpetuo di attivismo quotidiano, di pause da consumare in
sinergia, in cui s’incastonano icone finemente artistiche e
prepotentemente storiche appartenenti ad epoche diverse ma
altrettanto incisive, quali il Museo Archeologico Nazionale ed il
Politecnico. E sorge in questa via, da anni, il quartier generale di
Angelo
Saracini, architetto
romano dall’animo caleidoscopico, residente nella capitale ellenica
da circa quarant’anni e prodigo di iniziative e passioni, in primis
quella per l’ars
politica,
la stessa che lo ha ispirato al trasferimento nella Madre Patria.
“Ho
conosciuto mia moglie, greca, nel 1967, all’Università Valle
Giulia di Roma, studiavamo entrambi architettura - confida - Lei
era segretaria degli altri studenti ellenici in Italia, una sorta di
“profughi” dal sistema dittatoriale dei Colonnelli. Mi sono
coinvolto politicamente con loro”. Forte
della ventennale esperienza come professore di matematica, storia
dell’arte ed educazione tecnica fra scuole medie e licei, Angelo
Saracini opta per l’esodo verso Atene: “Qui
c’era la Scuola Statale Italiana, una grossa struttura, ricavata in
un ex convento originario del Vaticano, che comprendeva tutte le fasi
dell’istruzione, dall’asilo sino all’istituto superiore -
racconta -
La sezione greca è stata chiusa quest’anno. Sono passato di ruolo
nell’insegnamento e, parallelamente, insieme con mia moglie
svolgevo attività politica in adesione a diversi movimenti”.
Autentica
scelta di vita, scevra dal sacrificio di qualsiasi e puro talento:
l’ufficio di Angelo Saracini custodisce ricordi ed aneddoti, è
stato da lui stesso concretamente creato negli spazi e nelle
geometrie, è sede di “ΚΟΙΝΩΝΙΚΗ
ΣΥΜΦΟΝΙΑ”
(“Accordo
Sociale”),
partito che s’inserisce nella coalizione di Syriza. “Sono
stato rappresentante della Cgil Scuola, ed in questo studio sono
passati importanti esponenti anche della politica italiana, come
Antonio Di Pietro durante i primi anni dell’inchiesta “Mani
Pulite”: ero uno dei rappresentanti della sua lista “Italia dei
Valori”, allora primo partito italiano in Grecia-
rivela- E’
stato qui anche Romano Prodi, al tempo della sua unione con Di Pietro
stesso. Successivamente mi sono legato a SEL ed ho fatto parte della
commissione in favore di Alexis Tsipras Presidente in Europa”.
L’ambiente
è illuminato, impreziosito da tele dipinte dallo stesso Angelo
Saracini, votate ad una personalissima pop-art caratterizzata da
giochi cromatici ora lievi ora intriganti, nei quali affiorando
elementi di natura architettonica ed ellenistica, quasi un omaggio
all’amata terra d’adozione. Una in particolare cattura lo sguardo
onirico: s’intitola “Egeo”, s’adagia su una commistione di
tonalità fra il blu, l’azzurro ed il nero, ed era stata concepito
come dono per la celebe Melina Merkouri. Ha realizzato parecchie
mostre, Angelo Saracini: i quadri come espressione dell’emotività
e dell’intima catarsi, esposti con orgoglio dall’eclettico
architetto. “Ma
esiste anche un’altra passione, intramontabile, ed è questa”,
sorride,
sventolando una sciarpa giallorossa della Roma. Anche in Grecia, la
partecipazione nel calcio è spasmodica: l’incontro con
l’architetto Saracini avviene sì nell’immediata vigilia
dell’ennesima tornata elettorale che vedrà trionfatore, ancora una
volta, Alexis Tsipras, ma coincide anche con l’esordio in Champions
League dell’Olympiakos, sconfitto in casa dal Bayern Monaco con
corollario di tafferugli dal vago sapore extracalcistico fra padroni
di casa ed ospiti teutonici…
“Il
mondo calcistico non è esente da simili rivalità esasperate -
commenta Saracini - Già
nei mesi scorsi, Tsipras aveva dato un messaggio forte bloccando
temporaneamente i campionati per gli accesi scontri fra facinorosi di
opposte compagini. Di certo, nella massima categoria si assiste
all’opulenza, all’acquisto di calciatori dal curriculum
prestigioso: club blasonati come l’Olympiakos o il Panathinaikos
appartengono ad imprenditori come Sokratis Kokkalis, capo editoriale,
o Giannis Vardinoyannis,
petroliere. Molti gruppi di matrice economico-politica hanno
amministrato contemporaneamente emittenti radiotelevisive e testate,
senza mai pagare le tasse. E dopo l’organizzazione delle Olimpiadi
del 2004, si è registrata una speculazione esagerata: non è più
sport”. Già
presidente del Comites, “Comitato Italiani all’Estero”
(“Programmi
belli, ho collaborato col Ministro Tremaglia, figura storica della
destra, col quale c’era grande empatia, finalizzata ad attività
molto interessanti. Peccato sia stato successivamente “combattuto”,
sino a rassegnare le mie dimissioni dall’incarico: l’umanità
disumana del contrasto…”), Angelo
Saracini cura anche un suo blog,
“Lettera
da Atene”.
“Avevo
capito sin dai tempi di Papandreou dove sarebbe andata a finire la
Grecia -
confida - Sono
stato il primo a scrivere e parlare di “Cavia
Greca”.
Le testate giornalistiche italiane me ne domandavano il significato,
avevano paura ad evidenziare il problema. Sono stato contattato da
operatori dell’informazione, dalla Rai, a Rainews a La7, dal
Corriere della Sera a Repubblica; con alcuni di loro si sono
instaurati rapporti d’amicizia. Eccola, la “cavia greca”.
Ancora continua”.
LABORATORIO
ELLENICO - “Il
fenomeno greco è stato sottovalutato anche in Italia, e forse
continua ad esserlo -
spiega Angelo Saracini - Invece
tutti dovrebbero seguirlo, prendere spunti ed occasioni da quello che
accade sul suolo ellenico, senza restarne meri spettatori”.
Ellade pionieristica, da emulare: “Predico
una collaborazione con la Grecia, bisogna darle una mano - continua -
Così l’Italia la
darebbe anche a se stessa. E’ stata l’unica nazione che si è
messa in gioco, pagando aspramente solo per l’orgoglio di
combattere e suggellare un “No” che mai era stato pronunciato. Ci
vuole coraggio, ed i Greci l’hanno avuto”.
L’eredità
degli avvenimenti estivi, oscillanti tra decisioni eclatanti da parte
della sovranità popolare ellenica e ribaltamenti destabilizzanti
partoriti ai vertici dell’Unione Europea, non merita di essere
archiviata: “Le
conseguenze, nel bene e nel male, ci coinvolgeranno: è un messaggio
che dovrebbe arrivare agli italiani - premette
l’architetto romano -
Ho rimproverato spesso ai vari Fassina e Civati, venuti qui in
“gita”, di essersi dimenticati troppo in fretta della Grecia. Mi
hanno rimproverato una presunta “ironia”, ma io sono realista. Da
quando sono qui, faccio paragoni costanti con la mia nazione
d’origine. Ho sempre comprato i giornali italiani, arrivavano la
sera al centro di Atene. Oggi i contatti sono semplificati tramite
internet, ma nei decenni scorsi, quando tornavo in Italia, mi
imbattevo in un paese provinciale, per cultura, per politica e per
società”.
Non ha
mai perso la sua essenza sorprendente, geniale e pura, la divina
Ellade: “Ricordo che
qui esisteva già la trasmissione dei dati on-line nelle banche,
mentre in Italia per gli spostamenti del denaro occorrevano
settimane - svela
Saracini - Rispetto poi
ai cervelli greci, al modo in cui i greci parlano, esprimono
opinioni, affrontano problematiche nazionali ed internazionali,
l’Italia appare come un moscerino”. Testimonianza
longeva e diretta: l’osmosi di ispirazione e sinergia con la Madre
Patria rappresenta un privilegio da non smarrire, incessante e
raffinato nel corso dei secoli. “I
greci sono veri professori, competenti in ogni materia - dichiara -
Basti vedere come
partecipano con coscienza ai dibattiti o ai programmi televisivi. Mai
superficiali. E non mi meraviglia che personaggi politici come
Tsipras o Varoufakis abbiano attratto l’immaginario collettivo”.
“La Grecia è
un bel laboratorio -
commenta Angelo
Saracini - Sotto i
profili, culturale, sociale, politico e filosofico: ancora oggi, in
Grecia si fa filosofia. Anche in merito alle ideologie: penso alla
destra, sia quella classica che quella estrema; nessun paragone con
quella italiana. Per me fa bene a persistere in Parlamento: serve
“colpire” chi si lamenta o si adagia o lo merita. Nonostante
siano rivali, rispetto la coerenza dei rappresentanti destrofili”.
TENORE
DI VITA - “Drammatico:
solo nei sei mesi di governo Tsipras, si sono continuati a registrare
16mila licenziamenti freschi -
Angelo Saracini non nasconde le difficoltà attraversate dalla
popolazione ellenica, analizzando lucidamente ed allontanando lo
spettro delle facili enfatizzazioni - Non
si crea. Le società non riescono ad organizzarsi in operazioni di
import-export, mentre le tassazioni aumenteranno, a cominciare da
quelle sulle case”. “Situazioni parallele in ogni settore, fra
Italia e Grecia - continua -
Nel blocco dell’occupazione, così come nell’età pensionabile:
in teoria, un uomo dovrebbe ritirarsi dall’attività lavorativa a
65-67 anni, ma resistono ancora donne che anticipano la pensione a
45-50 anni perché hanno figli minorenni”.
Desta
preoccupazione il capitolo inerente la corresponsione degli
emolumenti: “Un
salario standard per un impiegato versa sui 400 euro. Nel settore
medico, per esempio, lo stipendio oscilla fra gli 800 ed i 1.200
euro, cifre alla mano. In Italia, per fortuna, esistono categorie
decisamente più favorite”. Il
tasso di povertà sconforta il popolo ellenico, che non resta però
insensibile ed inerme dinanzi alle emergenze: “Il
Comune di Atene offre tre, quattro mila pasti al giorno - conferma
l’architetto - E’
molto prodiga anche la Caritas, che coopera con altri enti benefici e
movimenti cattolici, come quello delle focolarine”.
Un
controllo accurato anche per l’emorragia dei migranti siriani,
approdati nel Dodecaneso al fine di proseguire una lunga marcia verso
il settentrione europeo: “Continuano
gli sbarchi, ma molti e di diversa provenienza sono già accampati
nelle piazze di Atene, nelle stazioni della metropolitana - svela
Saracini - L’invasione
persevera e la Grecia non è organizzata, lo è meno rispetto
all’Italia. Quello dell’immigrazione è un discorso che potrebbe
risolversi in poco tempo: le nostre sono zone di passaggio”.
Slittamenti anche in
materia educazionale: “L’anno
scolastico è partito in modo frastagliato e quindi in ritardo,
perché non si registra un fondo sufficiente per finanziare tutto il
corpo insegnanti. Ben settecento strutture in Grecia non sono state
aperte, anche per motivi di sicurezza”.
TERAPIA
SOCIALE DI GRUPPO - Il
valore del simposio, del confronto, del “logos”.
Di una tradizione psicosociale, quindi di un bagaglio culturale, da
sempre insiti nello spirito del popolo ellenico. “Sono
in Grecia da quasi quarant’anni. La Grecia è un paese
“patriarcale”, gli abitanti di Atene provengono dai paesi vari
limitrofi e dalle isole: molti vivono di rendita perché, bene o
male, hanno ancora una famiglia, un terreno, una casetta -
racconta Angelo Saracini - Non
si registra una distruzione sociale come nelle grosse città
italiane, laddove la situazione sta diventando allarmante. Nella sua
bellezza modesta, Atene crede ed insegna parecchio rispetto alla
magnificenza di Roma”. “Ho trascorso tre mesi, recentemente,
nella Capitale, abito nei pressi del Colosseo - continua - Un
decadimento sociale, squallore tremendo, persino una fenomenale
maleducazione. E molto scetticismo. Il greco reagisce, nel suo
piccolo, con cura e gusto”. In
un modo semplice e saggiamente conviviale: “Attraverso
il καφενείο, il “caffè”, e la ταβέρνα, la
taverna, Atene ha attuato una vera e propria “terapia
sociale di gruppo”
- è l’analisi
dell’architetto Saracini - La
gente va lì, spendendo poco, “auto-curando” una psicopatia
collettiva, cercando di riemergere, come l’araba fenice, dalle
sofferenze attraverso il dialogo”. “I bar italiani che offrono
cappuccino e cornetto sembrano invece appartenere ad un concetto
decadente, moralmente e qualitativamente - prosegue -
Sia nel servizio che
nel comportamento sociale della gente”.
Angelo ed Alessandra in un momento di relax dopo la lunga intervista
DISILLUSIONE
O DELUSIONE - E’
avvenuto nell’immediata vigilia delle elezioni che hanno generato
la riconferma di Tsipras alla guida della Grecia, l’incontro con
Angelo Saracini. Non si respirava un’aria eccezionalmente
fibrillante, fra le vie ateniesi. L’affidamento alle urne è
diventato quasi un appuntamento rituale, per la popolazione ellenica,
ormai dedita alla metabolizzazione delle misure restrittive
introdotte in quel terzo memorandum che ha ferito e trafitto,
ribaltandolo, il netto successo dell’OXI al referendum di luglio.
Raziocinio, certo, ma anche una disillusione scaturita dalla
delusione per le speranze esplose e poi sedate dalla severità
dell’UE. “Entrambi
i sentimenti - ha
commentato Angelo Saracini - Il
popolo greco, rispetto a quello italiano, ha dimostrato di “scendere
in piazza”. Lotta, prende un sacco di botte. Nonostante le
decisioni destabilizzanti e la tentazione dell’astensionismo,
esiste da sempre una grande partecipazione politica da parte dei
cittadini ellenici. Ci sono canali televisivi, anche schierati, che
argomentano di politica ininterrottamente, ed ogni persona ha un
amico deputato o ministro, frutto di un contatto più diretto col
potere istituzionale”. “L’entusiasmo
c’era, e tanto, come la speranza - ha
spiegato l’architetto romano -
Non risiede nella negazione della moneta unica: è troppo tardi,
sarebbe dovuta avvenire almeno quattro anni prima. Occorre semmai
confezionare una propria economia, custodendo da parte un serbatoio
danaroso, al fine di “fare resistenza”. I prodotti locali sono
affidati a catene di grossa distribuzione e poi riacquistati. Forse
si è perso un certo orgoglio nazionalistico, ma i greci sono e
restano reattivi: durante i comizi le piazze si riempiono”.
Energico nel suo ruolo
e dispensatore di progetti, Angelo Saracini ha vissuto in prima linea
le evoluzioni della crisi ellenica: “Conosco
bene Civati, Fassina (ho partecipato alla sua costituente a Roma),
Ferrero, Vendola, ma anche avversari come Berlusconi - ha
commentato - L’atteggiamento
assunto dai tre eurodeputati italiani della lista “L’altra Europa
con Tsipras”, ovvero Curzio Maltese, Eleonora Forenza e Barbara
Spinelli, dimissionaria, mi ha lasciato perplesso. Hanno litigato
subito, non si sono accomodati intorno ad un tavolo. Bisognerebbe
sfruttare l’onda greca, che è salita, e valutarne soprattutto gli
aspetti positivi. L’ideale sarebbe la sinergia con altre nazioni”.
In fondo, è sempre
stato il Mesogheios a mascherare dolori e difficoltà con sorrisi ed
emozioni: “Con Spyros
Metaxas, tre anni fa, abbiamo creato un “Arco dell’Unione dei
Popoli Mediterranei”, ma non ci sente nessuno…Ne ho parlato
spesso con Tsipras o in Italia con Fassina; suggerisco movimenti a
livello locale: da Atene a Palermo, da Roma a Barcellona - ha
confidato Saracini - Promuovere
accordi, stimolare incontri, ostentare una rinnovata autonomia verso
certe decisioni, senza attendere i governi. In tale senso, con la
creazione di una “forza” propria, si potrebbero discutere
diversamente le condizioni in Europa. In Grecia è tornato Podemos,
il partito spagnolo di Iglesias, ma l’idea dovrebbe essere mutuata
anche da Renzi e da altri dissociati dalla Merkel”.
TSIPRAS
E LA TRAPPOLA - Lodato,
idolatrato, sostenuto. Poi etichettato come “traditore”,
illusionista delle speranze della gente, al termine della lunga notte
delle trattative di Bruxelles, tra promesse annichilite da ordini
silenti e minacciosi e giacche scaraventate con esasperazione dinanzi
ai massimi esponenti dell’UE. Eppure Alexis Tsipras, dimissionario
in agosto, ha riconquistato il suo elettorato per uno storico bis
alle urne del 20 settembre scorso, catechizzando saggiamente sulla
rinegoziazione delle nuove misure restrittive per le sorti greche.
Aveva temuto, Angelo Saracini. Aveva sperato che Syriza si
riconfermasse “primo
partito”, pur
perdendo “tanti voti
rispetto a quelli incassati ad inizio anno”.
Colpa di “una destra
che non muore mai, che pareggia i sondaggi”. “Non
c’è stato un tradimento -
analizza l’architetto
Saracini - C’è stata
un’arroganza
da parte di chi
Tsipras aveva posto a parlare di determinate questioni economiche. In
primis, il fantasmagorico Varoufakis: ci eravamo illusi tutti,
compreso io. Ci aveva abbindolati, pensando che si potesse convincere
facilmente la Germania e l’Europa intera con proposte
avveniristiche. Tutti gli hanno accordato fiducia: riorganizzare
l’economia prendendo soldi dai comuni, dalle ambasciate, dalle
casse di previdenza. Non si erano calcolati tempi e modi nella
maniera giusta”.
Attacco
frontale, quindi, all’istrionico ex ministro delle finanze
ellenico: “E’ un
professore che se ne intende di economia, è una persona cosciente:
prima di andare a fare i conti in tasca agli altri, avrebbe dovuto
farli alla Grecia, valutando realisticamente il quadro della
situazione- spiega-
Impossibile un ritorno alla dracma. Le banche erano depauperate,
adesso sono state un po’ rifornite: ci siamo riempiti di carte di
credito, ne sono state emesse dodici milioni, con un limite di
prelievo fissato a 420 euro alla settimana”. Da
rappresentante di ΚΟΙΝΩΝΙΚΗ ΣΥΜΦΟΝΙΑ, Angelo
Saracini ha nutrito una certa apprensione per un eventuale epilogo
dei sette mesi presidenziali di Syriza: “All’interno
della coalizione, spesso, molti esponenti hanno sopravvalutato le
proprie forze, hanno peccato di arroganza, scadendo anche in un
razzismo politico nei confronti di altri confluiti - precisa -
In Syriza c’erano anche gli attuali fondatori del movimento ΛΑΙΚΗ
ΕΝΟΤΗΤΑ (Unità Popolare), come Lafazanis ed altri dissidenti,
i quali hanno attuato un gioco sporco nel governo: erano nel sistema
di coalizione ed hanno provveduto a distruggerlo dall’interno,
senza impegnarsi a stilare programmi e leggi efficaci da sottoporre
a Tsipras”. Una nota
dolens e
compromettente, quindi: “Tali
esponenti hanno studiato in Russia e sono legati alla classe
dirigente dipendente dai sovietici - rincara -
Hanno pensato a nuovi accordi che non si sono concretizzati, eppure
sono stati ricevuti da Putin ed hanno preso in giro Tsipras,
convincendolo circa l’arrivo di aiuti. Avrebbero dovuto
razionalizzare le proposte ed andare a parlare con la Merkel, invece
di lasciare da solo Alexis, che era un ragazzino”.
Affetto
per il rinnovato Primo Ministro della Repubblica Ellenica: “Conosco
Alexis, ha fatto quello che ha potuto. Ha resistito, non è sparito,
non lo hanno ammazzato. Si è rimesso in discussione, rassegnando
dignitosamente le dimissioni dopo le decisioni assunte dall’UE -
commenta Saracini -
Ora la popolazione è conscia di dover seguire le clausole del terzo
memorandum, che pure è una catastrofe: si taglieranno ancora e
drasticamente gli stipendi, le pensioni, il personale lavorativo,
saranno aumentate le tassazioni, in base al pacchetto da 86 miliardi
per un triennio, da far confluire in attività di sviluppo”. “A
me Alexis non è piaciuto solo in qualche esposizione, ovvero quando
ha cercato di “galleggiare”, ma in politica può accadere -
chiosa - Se
in Europa vige la confusione, il motivo risiede nell’assenza di
coscienze nazionali ed internazionali votate a stimolare la reazione
del Sud continentale, che poi è quello che soffre”.
RISPETTO
PER LA DESTRA -
Alleanza trasversale e proficua. L’intuito di Alexis Tsipras e lo
stereotipo del “pregiudizio” vanificato per il bene dell’Ellade.
Ancora una volta, ad alimentare e suggellare i numeri vincenti di
Syriza in Parlamento ci ha pensato il partito di ANEL, quello dei
cosiddetti Greci Indipendenti di Destra. L’abbraccio fra il loro
leader Panos Kammenos, riconfermato Ministro della Difesa, e lo
stesso giovane Premier, stretto sul palco, è emblema di sincero
sodalizio: “Nella
coalizione di Syriza hanno operato professionisti di grande
sensibilità, riscontrata anche nei “fascisti” della destra
sociale, più metodici verso il capitale e gli interessi - conferma
Angelo Saracini - ANEL è
il partito di destra che ha collaborato e meritato la rielezione. La
propaganda del movimento a cui appartengo è stata dedicata anche a
loro: Kammenos è ricco, costante nel suo impegno contro il malaffare
e coloro che hanno lucrato con la politica”. ΧΡΥΣΗ
ΑΥΓΗ, Alba Dorata, trascinata dal focoso e giovane Ilias
Kasidiaris, ha riconquistato il podio, arroccandosi prepotentemente
al terzo posto con il 6,99% delle preferenze: “Un
partito di estrema destra, votato per reazione dalla gente. E’ il
terzo partito, la riconferma ai vertici era sicura. I suoi
rappresentanti sono stati trattati malamente dal punto di vista
politico, destinati persino alla galera - commenta
Saracini - E’ una
questione complicata, riguarda il coinvolgimento tra politici e
magistratura, coi primi che controllano la seconda appieno. Quando è
stato ordinato il mandato di cattura per gli esponenti di Alba
Dorata, tutto è stato eseguito in diciotto mesi. Kasidiaris è
fuori, presto lo seguiranno altri. Alba Dorata vive di un suo
discorso ideologico, ma è legale che i suoi rappresentanti siano
rieletti ed entrino in Parlamento”.
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