Con piacere ospitiamo questo intervento spontaneo del socio giovane Edoardo Trombettieri, dedicato ad uno dei momenti più importanti della insurrezione greca contro i Turchi invasori, la rivolta iniziata il 25 marzo del 1821. Edoardo si trova ad Atene da alcuni mesi per il suo progetto Erasmus.
A seguito della caduta di Costantinopoli, e quindi dell’impero bizantino, avvenuta ad opera dell’impero ottomano nel 1453, il suolo ellenico è stato vittima di vessazioni, usurpazioni, ruberie, persecuzioni ed uccisioni da parte dei vicini turchi. Con la conquista nel 1460 dell’ultimo territorio bizantino e della Morea (Peloponneso), l’impero ottomano ha regnato per circa quattro secoli, seminando terrore e calpestando ogni tipo di libertà dei cittadini. La situazione difficile in cui versava il popolo greco ha favorito la crescita di un senso di ribellione nei confronti dei “padroni”, dando vita ad una forma di organizzazione rivoluzionaria, seppur molto divisa, eterogenea ed in forma embrionale. Una delle strategie di ribellione messe in atto dai greci era dare appoggio alle popolazioni straniere che combattevano contro i turchi in numerose guerre. Per esempio, la battaglia di Lepanto avvenuta nel 1571, ha visto numerosi greci appoggiare la “Lega Santa” contro l’impero ottomano. La stessa strategia è stata utilizzata quando i greci hanno deciso di appoggiare le rivolte dei contadini dell’Epiro nel biennio 1600-1601, oppure, ancora, quando hanno appoggiato la Repubblica di Venezia contro i turchi per il controllo del’Egeo e dell’attuale Peloponneso. E così via. I risultati furono in un primo momento rincuoranti, portando alla vittoria, seppur in inferiorità numerica, in alcune rivolte, e ottenendo l’indipendenza in alcuni territori. Tuttavia, la situazione poco a poco sarebbe degenerata; la mancata sollevazione popolare ha fatto sì che i “ribelli” fossero una piccola minoranza, sterminata subito dopo dai turchi che avevano messo in atto delle vere e proprie stragi. Si ricorda, per esempio, il caso dell’assassinio nel 1798 di Ρήγας Βελενστινλής Φεραίος (Rigas Velenstinlis Fereos), un precursore dell’indipendenza che aveva messo in circolazione alcuni documenti su una possibile Grecia libera.
Nel 1814, alcuni rivoluzionari decisero di organizzarsi, dando vita alla cosiddetta Φιλική Εταιρία (Filikì Eterìa), una società rivoluzionaria segreta che aveva il compito di riunire i vari leader delle classi greche con l'obiettivo finale di liberare la patria dall'occupazione ottomana. Questa società venne fondata in particolare da tre greci: Nikolaos Skoyfas, Emmanoyel Xanthos e Athanasios Tsakalof. Appoggiando rivoluzioni nel Peloponneso e a Costantinopoli, la società inizia a credere seriamente di poter essere il perno motore della rivoluzione. Non a caso, un primo evento importante si è verificato con l'appoggio dato alle rivolte nei principati danubiani: capitanata da Αλέξανδρος Υψηλάντης (Alexandros Ipsilantis), nato a Costantinopoli nel 1792, la rivolta del 6 marzo 1821 avrebbe innescato la scintilla per l'esplosione della rivoluzione greca. Nonostante Alexandros sia stato sconfitto dall'impero ottomano, appoggiato dai Russi in quella occasione, il 17 marzo, una popolazione del sud, i manioti, avrebbero dato vita ad una rivolta nel Peloponneso che sarebbe stata seguita dai vicini di tutta la regione. Entro la fine di quello stesso mese, tutto il Peloponneso avrebbe deciso di imbracciare le armi per poter dichiarare guerra al nemico turco. Ad ogni modo, il 25 Marzo, non a caso giorno dell'Annunciazione alla Madonna che, secondo i cristiani ortodossi, rappresenterebbe il giorno in cui la salvezza sarebbe arrivata grazie alla nascita di Gesù Cristo, fu dichiarata l'ufficialità della guerra per l'indipendenza. L'insurrezione sarebbe stata fomentata principalmente dall'arcivescovo di Patrasso, Germanòs, appoggiato da Theodoros Kolokotronis alla guida degli Armatolì e Kleftes. Contemporaneamente, Alì Pascià guidava la secessione dell'Epiro, che fu repressa un anno dopo, nel 1822, dai Turchi. Ricordiamo alcuni degli episodi più grotteschi messi in atto dagli ottomani, in particolare quelli nell'isola di Chio, dove nel 1822 la popolazione venne letteralmente sterminata, e a Costantinopoli, dove si verificò il cosiddetto massacro di Costantinopoli, con l'impiccagione del patriarca. Questi fatti fecero sì che, più tardi, anche l'impero russo, la Gran Bretagna, il regno di Francia e altre potenze europee decisero di sostenere la causa greca; dall'altro lato, i turchi furono invece aiutati dall'Egitto, Tripolitania, Algeria e Tunisia. Lo scontro sarebbe durato fino a quando, nel 1829, con il Trattato di Adrianopoli, venne riconosciuta l'autonomia alla Grecia, seppur sotto il protettorato di Francia e Gran Bretagna. Tuttavia, nel 1830, con il Protocollo di Londra, venne sancita l'indipendenza greca, dopo nove lunghi anni di scontri. Alcune regioni erano rimaste comunque sotto il controllo ottomano, come Macedonia, Creta, Tessaglia, l'Epiro e la Tracia. Due anni dopo, nel 1832, nonostante alcuni rivoluzionari nel 1827 avessero sancito un primo ordinamento repubblicano sotto la presidenza di Giovanni Capodistria, a seguito del suo assassinio dovuto alla sue maniere troppo forti, le potenze protettrici decisero di imporre la monarchia. Così, nell'agosto del 1832, Ottone di Wittelsbach divenne re, eletto dal popolo a Nauplia.
Oggi, 25 Marzo, la Grecia ricorda questi eventi. Il popolo greco si unisce, come è solito fare, in una grande sfilata che parte da Koukaki e termina a Syntagma.
25 Marzo 1821 - 25 Marzo 2018. La Grecia ricorda. La Grecia si unisce.
ΖΉΤΩ ΤΟ ΕΛΛΗΝΙΚΌ ΈΘΝΟΣ!
Edoardo Trombettieri
A seguito della caduta di Costantinopoli, e quindi dell’impero bizantino, avvenuta ad opera dell’impero ottomano nel 1453, il suolo ellenico è stato vittima di vessazioni, usurpazioni, ruberie, persecuzioni ed uccisioni da parte dei vicini turchi. Con la conquista nel 1460 dell’ultimo territorio bizantino e della Morea (Peloponneso), l’impero ottomano ha regnato per circa quattro secoli, seminando terrore e calpestando ogni tipo di libertà dei cittadini. La situazione difficile in cui versava il popolo greco ha favorito la crescita di un senso di ribellione nei confronti dei “padroni”, dando vita ad una forma di organizzazione rivoluzionaria, seppur molto divisa, eterogenea ed in forma embrionale. Una delle strategie di ribellione messe in atto dai greci era dare appoggio alle popolazioni straniere che combattevano contro i turchi in numerose guerre. Per esempio, la battaglia di Lepanto avvenuta nel 1571, ha visto numerosi greci appoggiare la “Lega Santa” contro l’impero ottomano. La stessa strategia è stata utilizzata quando i greci hanno deciso di appoggiare le rivolte dei contadini dell’Epiro nel biennio 1600-1601, oppure, ancora, quando hanno appoggiato la Repubblica di Venezia contro i turchi per il controllo del’Egeo e dell’attuale Peloponneso. E così via. I risultati furono in un primo momento rincuoranti, portando alla vittoria, seppur in inferiorità numerica, in alcune rivolte, e ottenendo l’indipendenza in alcuni territori. Tuttavia, la situazione poco a poco sarebbe degenerata; la mancata sollevazione popolare ha fatto sì che i “ribelli” fossero una piccola minoranza, sterminata subito dopo dai turchi che avevano messo in atto delle vere e proprie stragi. Si ricorda, per esempio, il caso dell’assassinio nel 1798 di Ρήγας Βελενστινλής Φεραίος (Rigas Velenstinlis Fereos), un precursore dell’indipendenza che aveva messo in circolazione alcuni documenti su una possibile Grecia libera.
Nel 1814, alcuni rivoluzionari decisero di organizzarsi, dando vita alla cosiddetta Φιλική Εταιρία (Filikì Eterìa), una società rivoluzionaria segreta che aveva il compito di riunire i vari leader delle classi greche con l'obiettivo finale di liberare la patria dall'occupazione ottomana. Questa società venne fondata in particolare da tre greci: Nikolaos Skoyfas, Emmanoyel Xanthos e Athanasios Tsakalof. Appoggiando rivoluzioni nel Peloponneso e a Costantinopoli, la società inizia a credere seriamente di poter essere il perno motore della rivoluzione. Non a caso, un primo evento importante si è verificato con l'appoggio dato alle rivolte nei principati danubiani: capitanata da Αλέξανδρος Υψηλάντης (Alexandros Ipsilantis), nato a Costantinopoli nel 1792, la rivolta del 6 marzo 1821 avrebbe innescato la scintilla per l'esplosione della rivoluzione greca. Nonostante Alexandros sia stato sconfitto dall'impero ottomano, appoggiato dai Russi in quella occasione, il 17 marzo, una popolazione del sud, i manioti, avrebbero dato vita ad una rivolta nel Peloponneso che sarebbe stata seguita dai vicini di tutta la regione. Entro la fine di quello stesso mese, tutto il Peloponneso avrebbe deciso di imbracciare le armi per poter dichiarare guerra al nemico turco. Ad ogni modo, il 25 Marzo, non a caso giorno dell'Annunciazione alla Madonna che, secondo i cristiani ortodossi, rappresenterebbe il giorno in cui la salvezza sarebbe arrivata grazie alla nascita di Gesù Cristo, fu dichiarata l'ufficialità della guerra per l'indipendenza. L'insurrezione sarebbe stata fomentata principalmente dall'arcivescovo di Patrasso, Germanòs, appoggiato da Theodoros Kolokotronis alla guida degli Armatolì e Kleftes. Contemporaneamente, Alì Pascià guidava la secessione dell'Epiro, che fu repressa un anno dopo, nel 1822, dai Turchi. Ricordiamo alcuni degli episodi più grotteschi messi in atto dagli ottomani, in particolare quelli nell'isola di Chio, dove nel 1822 la popolazione venne letteralmente sterminata, e a Costantinopoli, dove si verificò il cosiddetto massacro di Costantinopoli, con l'impiccagione del patriarca. Questi fatti fecero sì che, più tardi, anche l'impero russo, la Gran Bretagna, il regno di Francia e altre potenze europee decisero di sostenere la causa greca; dall'altro lato, i turchi furono invece aiutati dall'Egitto, Tripolitania, Algeria e Tunisia. Lo scontro sarebbe durato fino a quando, nel 1829, con il Trattato di Adrianopoli, venne riconosciuta l'autonomia alla Grecia, seppur sotto il protettorato di Francia e Gran Bretagna. Tuttavia, nel 1830, con il Protocollo di Londra, venne sancita l'indipendenza greca, dopo nove lunghi anni di scontri. Alcune regioni erano rimaste comunque sotto il controllo ottomano, come Macedonia, Creta, Tessaglia, l'Epiro e la Tracia. Due anni dopo, nel 1832, nonostante alcuni rivoluzionari nel 1827 avessero sancito un primo ordinamento repubblicano sotto la presidenza di Giovanni Capodistria, a seguito del suo assassinio dovuto alla sue maniere troppo forti, le potenze protettrici decisero di imporre la monarchia. Così, nell'agosto del 1832, Ottone di Wittelsbach divenne re, eletto dal popolo a Nauplia.
Oggi, 25 Marzo, la Grecia ricorda questi eventi. Il popolo greco si unisce, come è solito fare, in una grande sfilata che parte da Koukaki e termina a Syntagma.
25 Marzo 1821 - 25 Marzo 2018. La Grecia ricorda. La Grecia si unisce.
ΖΉΤΩ ΤΟ ΕΛΛΗΝΙΚΌ ΈΘΝΟΣ!
Edoardo Trombettieri
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