Filelleno
L’incisione sia fatta, bada, a regola d’arte.Un’espressione dignitosa e seria.
Meglio un po’ stretta la corona:
quelle larghe, dei Parti, non mi piacciono.
E l’iscrizione in greco, come al solito:
non troppo esagerata né pomposa
-che non abbia a fraintendere il proconsole
che sempre scruta e riferisce a Roma però, molto onorifica.
Qualcosa di squisito anche sull’altra faccia:
per esempio un discobolo, un giovinetto bello.
Ma più d’ogni altra cosa raccomando
(per Dio, Sitaspe, che non sia scordato!)
che dopo le parole RE e SOTERE
con caratteri scelti s’incida FILELLENO.
Non cominciare, adesso, con le spiritosaggini
(“Dove sono gli Elleni?” o “Cosa c’entra
la lingua ellenica di là dallo Zagro e Fraata?”).
Tanti e tanti lo scrivono, più barbari
di noi: dunque anche noi lo scriveremo.
E, dopo tutto, non dimenticare
che talora ci arrivano dalla Siria sofisti,
e versaioli, e altri perdigiorno.
Senza cultura ellenica non siamo, credo. No?
(trad. F.M. Pontani)
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