Su richiesta di alcuni soci interessati a vistare la cultura immateriale del griko, nei giorni scorsi un gruppo formato da soci e amici del Dopolavoro Filellenico si è recato in visita a Calimera in occasione della Festa dei Lampioni, un momento tradizionale della comunità calimerese.
Particolarità del luogo è che tutte le didascalie prima e oltre che in italiano, sono in griko e neogreco.
Il griko è una sorta di lingua-dialetto che risalirebbe alla presenza di comunità ellenofone in questa zona in età medievale, anche se alcuni farebbero risalire tale commistione linguistica ad epoche più lontane nel tempo.
A Silvano Palamà e alla comunità Ghetonìa è stato donato un quadretto del Dopolavoro Filellenico realizzato dal socio consigliere Mario Lazzarini con immagini di Taranto e la dedica con la data dell'incontro.
Infine dopo aver ascoltato qualche brano del concerto in piazza, con Daniele e Veronica Palma visita alla stele donata dal Comune di Atene in segno di fratellanza ed amicizia.
Prima di ripartire, a Daniele abbiamo donato una copia del libro di Samantha Falciatori dedicato a Alekos Panagulis
Il viaggio è stato preparato con cura e solerzia in ogni dettaglio dalle socie consigliere Marisa Terzulli e Daniela Rotondo
In occasione della festività religiosa di san Luigi che ricorre il 21 giugno e coincide con il solstizio di estate, Calimera viene addobbata da multiformi e policromi lampioni di carta.
Dopo aver concordato il programma con gli amici Daniele e Veronica Palma e con Silvano Palamà, direttore del Museo della Civiltà Contadina, la comitiva ha visitato la ridente cittadina in festa.
La guida alla casa-museo della civiltà contadina da parte di Vito Bergamo ha permesso di conoscere gli attrezzi e gli ambienti di un mondo e di una cultura materiale che sono ormai quasi scomparsi, il cui ricordo viene conservato dagli appassionati che ne curano la memoria.
Il griko è una sorta di lingua-dialetto che risalirebbe alla presenza di comunità ellenofone in questa zona in età medievale, anche se alcuni farebbero risalire tale commistione linguistica ad epoche più lontane nel tempo.
Poi il gruppo è stato accompagnato nella chiesetta di campagna di san Vito, dove nel giorno di Pasquetta donne, uomini e bambini compiono il rito di passaggio attraverso la pietra del benessere e della fertilità.
Qualcuno del gruppo ci ha provato, anche con ottimi risultati.
A Silvano Palamà e alla comunità Ghetonìa è stato donato un quadretto del Dopolavoro Filellenico realizzato dal socio consigliere Mario Lazzarini con immagini di Taranto e la dedica con la data dell'incontro.
Successivamente l'incontro si è sposato in una locale trattoria dove si è cenato e dove il presidente ha consegnato la tessera di nuovo socio ad Angelo Conte.
Silvano Palamà a sua volta ha donato al Dopolavoro Filellenico due copie di sue chine che rappresentano costumi tipici di Calimera e di Melpignano.
Sulla stele c'è inciso in griko e in italiano
ZENI SU EN ISE ETTU S TI KALIMERA
STRANIERA TU NON SEI QUI A CALIMERA
Foto di gruppo davanti alla stele
e a Veronica un piccolo omaggio floreale.
Nessun commento:
Posta un commento