lunedì 24 febbraio 2014

Michele Accogli e di Taras i canti


Un museo di voci, di richiami, di profondi echi, tra simboli e figure, memorie del passato in cui gli oggetti parlano perché acquistano un'anima e una voce, quell'anima e quella voce di chi sa e vuole ascoltarli.
Giovedì 27 febbraio alle ore 17,00 nell’aula magna del liceo Quinto Ennio, in via Abruzzo 13 a Taranto, lo studioso di archeologia Michele Accogli presenterà a soci ed ospiti dell’associazione culturale Dopolavoro Filellenico il libro di poesie di José Minervini e illustrerà i reperti conservati al MarTa, il museo archeologico di Taranto, che hanno ispirato le liriche.
Epigrammi e didascalie in versi, sonetti ed epitaffi che traggono ispirazione dai reperti archeologici conservati nel museo archeologico di Taranto, il MarTa, un patrimonio di documenti che parlano di antico a chi ha la sensibilità di ascoltarne le voci. Versi scritti alla maniera dei poeti greci e latini, falsi d'autore che riecheggiano i compositori dell’Antologia Palatina tanto da sembrarne, pur senza esserlo, fedeli ed emozionanti traduzioni, suggestioni che strizzano l'occhio a poeti del mondo classico.

 
La stessa autrice parlerà poi delle sue liriche, versi che vogliono sembrare antichi, una sorta di Spoon River scritta per amore verso la sua città, verso le sue reliquie del passato, nella speranza che suscitino comprensione, corrispondenza di pensieri e sintonia di affetti. Ogni lirica è stata, infatti, ispirata dal muto dialogo con un pezzo esposto nelle teche del museo, terrecotte, bronzi, sculture in marmo e argille, e in ogni componimento un ideale protagonista, proprietario centinaia di anni fa di quel pezzo, è come se ritornasse in vita per raccontare la sua esistenza, per far riaffiorare emozioni e sensazioni che furono di un'epoca lontana e misteriosa, di un mondo che possiamo ritrovare oggi grazie solo a quegli oggetti che per tanto tempo sono stati conservati e sottratti all'oblio.
Dispiaciuta del mio tempo, mi sono resa contemporanea degli antichi in fuga dal presente – scrive l’autrice nella premessa – ma poi mi sono accorta che essi, come li pensavo e li sentivo io, erano miei contemporanei e con loro condividevo i sentimenti di sempre che ci affratellano tutti, uomini di ogni età, al di là del tempo e dello spazio in cui ci tocca di vivere.


venerdì 21 febbraio 2014

Il Giardino Mediterraneo

 
Si svolgerà  mercoledì  26 febbraio   a Taranto   alle ore 17.00, all’ex caserma Rossaroll, in collaborazione con la Società Botanica Italiana sez. Pugliese, il Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari  e il Garden Club di Taranto, il prossimo incontro  de “Il Giardino Mediterraneo” che sarà  dedicato  alle piante nella tradizione popolare pugliese.
In particolare  sarà presentato  il volume
"Fave e Favelle"   
di Domenico Nardone, Nunzia Ditonno e Santina Lamusta.
 

mercoledì 19 febbraio 2014

Il post dell'evento su SEGNO URBANO

 
 
http://segnourbano.it/
 
Nella pagina della nostra associazione ospitata da Segno Urbano la notizia della conferenza del 27 febbraio prossimo
 
 
 
 
 
 
 

sabato 15 febbraio 2014

Η ΕΛΛΑΔΑ ΚΑΙ Η ΜΕΓΑΛΗ ΕΛΛΑΔΑ


«Η ΕΛΛΑΔΑ ΚΑΙ Η ΜΕΓΑΛΗ ΕΛΛΑΔΑ»

Έκθεση Ιταλών και Ελλήνων φωτογράφων

Η Περούτζια είναι ο πρώτος σταθμός της περιοδεύουσας έκθεσης Ιταλών και Ελλήνων φωτογράφων με τίτλο «Η Ελλάδα και η Μεγάλη Ελλάδα». Η έκθεση, παραγωγής και επιμέλειας του Επίτιμου Προξενικό Γραφείο της Ιταλίας με έδρα στην Πάρο, με Επίτιμο Προξενικό Πράκτορα τον Αρχ. Βαζαιο Πετρόπουλο, φιλοξενείται στην Περούτζια, στην Σχολή Καλών Τεχνών «Pietro Vannucci», όπου και εγκαινιάστηκε με μεγάλη επιτυχία την Παρασκευή 7 Φεβρουαρίου 2014.
Παρόντες ο Διευθυντής της Σχολής Καλών Τεχνών Πάολο Μπελάρντι, ο εκπρόσωπος του Επίτιμου Προξενικού Ιταλικού Γραφείου της Ιταλίας με έδρα στην Πάρο και των Δήμων της Πάρου και Αντίπαρου, Πολιτικός Μηχανικός Ιάκωβος Σκιαδάς, ο οποίος επιμελήθηκε και την έκθεση, η Τερέζα Βιτσάνη πρόεδρος του Ελληνικού Πολιτιστικού Συλλόγου Ούμπρια Ελλάδας, ο Φαμπρίτσιο Φιγκορίλλι, Αντιπρύτανης του Πανεπιστημίου της Περούτζια, ο Κωνσταντίνος Χριστογιάννης, επίτιμος Πρόξενος της Ελλάδας στην Περούτζια, ο Γιώργος Φελλάς, επίτιμος Πρόξενος της Κύπρου, η Μαρία Αντωνία Μοντόλο, που έχει τιμηθεί με το χρυσό μετάλλιο για τον πολιτισμό από τον Πρόεδρο της Δημοκρατίας της Ιταλίας, η Πρόεδρος και τα μέλη της FIDAPA, Lions, Kiwanis κλαμπ Ετρούσκων της Περούτζιας, της Ακαδημίας Donca, ο Πολιτιστικός Σύλλογος της Porta Santa Susanna. Οι παρευρισκόμενοι είχαν την ευκαιρία να δοκιμάσουν παραδοσιακά προϊόντα από την Πάρο, την Αντίπαρο και την Σικελία, με την φροντίδα της Σχολής Ξενοδοχοϋπάλληλων της Ασίζης.
Το γεγονός προβλήθηκε από τα τοπικά μέσα ενημέρωσης – η εφημερίδα Giornale dell’Umbria δημοσίευσε με ιδιαίτερα θετικά σχόλια άρθρο του γνωστού δημοσιογράφου Santro Allegrini με τίτλο: «Η Σχολή Καλών Τεχνών ανοίγει το παράθυρο στην Ελλάδα με την όμορφη φωτογραφική έκθεση». Προβλήθηκε επίσης από το τηλεοπτικό κανάλι TeF dell'Umbria.
Η περιοδεύουσα αυτή έκθεση έχει ως στόχο την ανάπτυξη σχέσεων συνεργασίας ανάμεσα στην παράκτια Ελλάδα του Αιγαίου και την Μεγάλη Ελλάδα της Ιταλίας καθώς και την προώθηση του διαπολιτισμικού διαλόγου και ανταλλαγών, του τουρισμού, του εμπορίου, καθώς και των επιστημονικών προγραμμάτων εθνικού ενδιαφέροντος, με την ενεργοποίηση φορέων των δύο περιοχών.
Συμμετέχουν οι φωτογράφοι: Σταύρος Νίφλης, Κώστας Γρίσπος, Γιώργος Μέης, Γιάννης Σκουλάς, Σέρτζιο Μαρτούτσι, Φραντσέσκο Λαμάννα, Τζιουλιάνο Μοντερόσσο, Γιάννης Μπόβας, Μάκης Βόβλας, Νάνση Μόττα, Άννα Σβέλτο.
Το Ελληνικό Ίδρυμα Πολιτισμού Ιταλίας συμμετέχει στην Οργανωτική επιτροπή της έκθεσης μαζί με το Ιταλικό Ινστιτούτο Πολιτισμού στην Αθήνα, την Ακαδημία Καλών Τεχνών «Pietro Vannucci», τον Ελληνικό Σύλλογο Φιλίας στην Περούτζια «Αλαρίκο Σιλβέστρι», την Ελληνική Κοινότητα Μπάρι, το Πανεπιστήμιο «Άλντο Μόρο» στο Μπάρι, το «Κέντρο για τη διάδοση της Ελληνικής γλώσσας και κουλτούρας Δημήτρης Γλάρος» στο Μπρίντιζι, τον Ελληνικό Σύλλογο στον Τάραντα DOPOLAVORO FILELLENICO (Μετεργατικό Φιλελληνικό Σύλλογο), τον Δήμο Στρόνγκολι, τον Ελληνικό Σύλλογο Στενού της Μεσσίνα, την Αρχαιολογική Σχολή Κατάνιας, το Προξενικό Γραφείο Ιταλίας με έδρα την Πάρο.
Η έκθεση θα παραμείνει στην Περούτζια έως τις 14 Φεβρουαρίου και στη συνέχεια θα μεταφερθεί στον Τάραντα από 7 έως 14 Μαρτίου, στο Μπρίντιζι από 21 έως 28 Μαρτίου, στο Μπάρι από 4 έως 11 Απριλίου, στην Στρόνγκολι από 18 έως 25 Απριλίου, στην Μεσσίνα από 2 έως 9 Μαΐου, στις Συρακούσες από 16 έως 23 Μαΐου, Αντίπαρο από 4 έως 13 Ιουλίου, Πάρο από 20 έως 30 Αυγούστου και στο Ιταλικό Ινστιτούτο στην Αθήνα από 22 έως 29 Σεπτεμβρίου.



venerdì 14 febbraio 2014

Scrivono di noi: Alessandra CARPINO

La giornalista tarantina Alessandra Carpino ha seguito con vivo interesse e intensa partecipazione la video conferenza di Maurizio De Rosa da Atene dedicata alle prose di Kostantinos Kavafis. Il resoconto acuto e completo che ha voluto regalarci è denso di filellenica condivisione.
Ancora echi della prima poesia della nostra vita che per un istante ritornano, come musica lontana che si spegne nella notte...
Grazie Alessandra



KAVAFIS E LA TARANTO CHE SI DIVERTE

Maurizio De Rosa presenta in anteprima nel capoluogo ionico “Note di poetica e di morale e altre prose”

Un’anteprima che è evento ed omaggio. A Taranto, già cinta dell’alloro di “capitale della Magna Grecia”. Perché è stato nel capoluogo ionico, in videoconferenza diretta da Atene, che Maurizio De Rosa, filologo e traduttore emigrato nella madrepatria ellenica, ha illustrato il suo ultimo lavoro, “Note di poetica e di morale e altre prose”, raccolta interamente dedicata a Konstantinos P. Kavafis, intrigante figura artistica di inizio Novecento.
La presentazione in “prima nazionale” nella Città dei Due Mari è stata promossa dall’opera appassionata del Dopolavoro Filellenico di Taranto, e si è consumata presso l’Aula Magna del Liceo classico “Quinto Ennio”, lo scorso 6 febbraio.
Raffinato e realistico (anzi, “iper-realistico”, come amava definirsi al cospetto degli amici e colleghi Giuseppe Ungaretti e Filippo Tommaso Marinetti, che lo annoveravano fra gli adepti della corrente del Futurismo), dissacrante quanto incredibilmente attuale, sensuale e concreto, Konstantinos Kavafis è tuttora oggetto di studi, filologici e contenutistici, e schiude ad orizzonti perennemente nuovi ed evolutivi.
Così si “scopre” come Taranto avesse ispirato la sua “prima lirica”, intitolata appunto “I tarantini si divertono”. La digressione è incastonata nell’Appendice IV del volume: il riferimento è alla recensione firmata da Grigorios Xenopoulos, il quale confidò di aver letto in un almanacco tale poesia. “Consisteva nel ritratto appena abbozzato di un popolo dedito esclusivamente ai divertimenti sotto la minaccia dei suoi tiranni”, scriveva il recensore greco. Apparteneva alla categoria delle cosiddette “poesie rifiutate”, quella sui tarantini giocosi: sintomatico di un’atipica “inquietudine stilistica” che ha accompagnato l’operatività stessa di Kavafis. Una sorta di “labor limae” esasperato, applicato sin dalla genesi stessa dei suoi componimenti: “Kavafis scriveva e distribuiva in foglietti vaganti, ed era incline a modificare costantemente i suoi scritti, per ragioni estetiche, poetiche o concettuali- ha spiegato il filologo Maurizio De Rosa- Molte tematiche possiedono le caratteristiche del percorso seguito dall’autore stesso”. Esamina due filoni essenziali a qualificare l’attività del Poeta: spaziale e temporale. Il primo s’identifica in quella “grecità” acquisita da Kavafis lontano dalla madrepatria stessa: “Il Poeta era un “greco della diaspora”, nato ad Alessandria d’Egitto, vissuto anche a Londra - ha ricordato lo studioso milanese De Rosa - La sua è una “grecità al limite”, assimilata fuori dalla Grecia stessa, sulla quale hanno influito le sollecitazioni e gli spunti di altre culture. Rielaborare equivaleva ad un atto spontaneo”.
Substrato culturale eterogeneo e propizio, quello di Konstantinos Kavafis, il quale “non specifica l’epoca in cui si sviluppa la vicenda dei tarantini che si divertono, ma allude all’incombenza degli invasori - ha continuato De Rosa nella sua analisi - L’epoca preferita dal Poeta è quella della grecità ellenistica e bizantina, che si svolge sostanzialmente fuori dalla Grecia classica: centri magnifici come Atene, Sparta, Corinto diventano “marginali”, subiscono una “decadenza”, a favore della fioritura ad Alessandria D’Egitto, appunto, ma anche a Taranto, Siracusa, Pergamo”.
Nella poesia pionieristica della sua produzione, Taranto appariva come un “tòpos” di città dedita ai piaceri: “affetta da una sorta di oblio auto-catastrofico - ha commentato Maurizio De Rosa - Nel momento in cui si sta divertendo, sta per tramutarsi in vittima, per l’imminente avvento della tirannide”. “L’atmosfera di attesa si traduce in una sfrenatezza che non ha domani - ha continuato il filologo - I tarantini descritti da Kavafis sembrano non preoccuparsi del destino, lo delegano ad altri, con esiti che si riveleranno catastrofici. La raffinatezza, in tal senso, diventa “principio di decadenza”. Rende giustizia la traduzione operata in italiano da Nicola Crocetti, nella quale si evince la predilezione dell’ecumene tarantina per “stravizi, lussuria, gare di atleti e di sofisti”.
Propensione edonistica della cultura, del gusto, del corpo, scevra da ogni oppressione escatologica; la metafora più incisiva e vera riguarda Dioniso e le sue libagioni: “non c’è zolla di terra che non sia imbevuta”, insiste Crocetti nella traslazione kavafiana. “Fanno baldoria i tarantini - si legge - Ed ogni barbara toga al suo partire pare una nube, annuncio di bufera”.
Konstantinos Kavafis autore di testi in prosa: quasi un unicum. L’archivio del poeta alessandrino promette di dispensare ancora sorprese, previo studio capillare e costantemente incentivato da parte degli specialisti nel settore. Attraverso l’edizione di “Note di poetica e di morale e di altre prose”, Maurizio De Rosa offre al pubblico una prima raccolta sistematica degli elaborati prosaici di Kavafis: la vasta antologia del Poeta è ora custodita nella sede della fondazione Onassis ad Atene.
“Sono state scoperte nuove poesie, in stato embrionale o incompiute, altre riscritte dal Poeta persino dopo la stampa - ha rivelato il filologo milanese - Circa le prose, sono ancora in corso molteplici ricerche. Ed è spuntato anche un epistolario di Kavafis con l’inglese Forster. Insomma, una sorta di “work in progress”.
La raccolta è definita dal suo curatore come “un piccolo zibaldone di poetica, una selezione di prose che aprono uno squarcio sul lato oscuro della creatività di Kavafis, sulla sua personalità che poi “diventa poesia”. Maurizio De Rosa ha esplicitato alcune peculiarità del Konstantinos Kavafis “artista e uomo”, rintracciabili nei suoi stessi componimenti. “Non era un poeta “apolitico” - ha spiegato l’autore - Non nutriva forse particolare passione per tale settore, ma si rivela più vasto, nobile, attento alle sollecitazioni ed alle preoccupazioni del suo tempo”. Interventi di matrice giornalistico-pubblicistica, quelli del poeta della diaspora ellenica: ne “La questione cipriota”, Kavafis “prende posizione con coraggio, in un certo senso anche contro l’Inghilterra che colonizzò l’isola di Cipro - ha precisato De Rosa - E l’Inghilterra era il suo paese di riferimento”. Fortissimo il legame con la madrepatria greca, “conosciuta” relativamente tardi dal Poeta: “Come si evince dal Diario, il primo viaggio ad Atene avvenne nel 1903, e fu una rivelazione - ha spiegato lo studioso lombardo - Kavafis era appassionato della “grecità” ed amante dello stato greco. Il premio ufficiale conferitogli prima di morire fu criticato, poiché la nazione ellenica versava in un periodo turbolento, in un regime dittatoriale, quindi liberticida e tutt’altro che democratico”.
Il gusto di Konstantinos Kavafis per il mistero del dettaglio e per la semplicità della quotidianità stessa affiora da altri elaborati sulla descrizione di Atene ed altre poleis: “Una lettura godibile, quasi una moderna guida Michelin - ha confidato De Rosa - L’occhio di Kavafis è esclusivamente urbano: non gli interessa la natura, si concentra sulla città. Ed al mare del Pireo, foriero di clima caldo ed umido, preferisce il fresco del centro storico della “piccola capitale” Atene”.
Non riesce ad accettare la “conciliazione” personale dei ruoli di impiegato e di poeta, l’alessandrino: lo confessa nella prosa “Alla luce del giorno”. “Operatore culturale ad Alessandria, affiancava l’ufficio - ha specificato De Rosa - Nutre difficoltà a vivere la dicotomia fra libertà dell’arte e necessità di lavorare. Vantava nobili discendenze, ma doveva anche fronteggiare gli ostacoli di natura economica”.
Kavafis anticonformista, controcorrente. “Nel suo modo d’amare, ma anche nell’essere rispettoso delle convenzioni - ha professato l’autore - Non sceglie il “maledettismo”, afferma semmai che “nulla è inutile”. E’ un mito del Novecento poetico europeo, oggetto d’imitazione per i poeti di tutto il mondo”.
Dall’atmosfera sensuale insita ne “Il reggimento del piacere”, alla riflessione sul fluire del tempo ne “Le Vesti”, argomento, quello della vecchiaia e del rimpianto di un passato composto solo di ricordi, che gli sta molto a cuore; dalle questioni linguistiche all’ammissione di rigenerazione di termini cosiddetti “obsoleti”, svegliati da “sonno lungo” attraverso uno stile potente o sottile.
Il viaggio nell’essenza artistica di Konstantinos Kavafis non può che continuare.

Alessandra Carpino



giovedì 13 febbraio 2014

Grecia e Magna Grecia in fotografia

 
Una delle cinque suggestive fotografie di Taranto della fotografa Anna Svelto che partecipa all'esposizione itinerante e che a marzo sarà ospitata a Taranto
 
La Grecia e la Magna Grecia”

Mostra di fotografi greci e italiani

Perugia è stata la prima tappa della mostra itinerante di fotografi Greci e Italiani dal titolo “La Grecia e la Magna Grecia”. L'esposizione, prodotta e curata dall’Agenzia Consolare Onoraria d’Italia con sede in Paros, con Agente Consolare Onorario Arch. Vazeo Petropoulo, è ospitata a Perugia presso l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci”, dove è stata inaugurata con grande successo venerdì 7 febbraio 2014. Alla manifestazione inaugurale erano presenti il Direttore dell’Accademia Paolo Belardi, in rappresentanza dell’Agenzia Consolare Onoraria d’Italia con sede in Paros e dei Comuni di Paro e Antiparo l'ing. Iakovos Skiadàs, che ha curato la mostra, Teresa Vizzani, presidente dell’Associazione Culturale Umbria – Grecia, Fabrizio Figorilli, prorettore dell’Università di Perugia, Konstantinos Christogiannis, Console onorario di Grecia a Perugia, Giorgos Fellàs, Console onorario di Cipro, Maria Antonia Modolo, Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica per la Cultura, il presidente e i membri della FIDAPA, Lions, Kiwanis Club degli Etruschi di Perugia, dell’Accademia Donca, dell’Associazione Culturale della Porta Santa, che hanno avuto la possibilità di assaggiare prodotti tipici siciliani e di Paro ed Antiparo, a cura della Scuola Alberghiera di Assisi.
L’evento è stato diffuso dai locali mezzi d’informazione – il Giornale dell’Umbria ha pubblicato commenti particolarmente positivi in un articolo del noto giornalista Sandro Allegrini dal titolo “L’Accademia di Belle Arti apre una finestra sulla Grecia con la bella mostra fotografica”. È stato anche diffuso sul canale televisivo TeF Umbria.
L’obiettivo di questa mostra itinerante è la creazione di rapporti stabili di collaborazione fra la Grecia insulare dell’Egeo e l’Italia centrale e meridionale finalizzati allo scambio culturale, allo sviluppo e alla competitività del turismo, alla ripresa del commercio e all’attivazione di programmi di ricerca scientifica di rilevante interesse nazionale, con l’intervento di enti pubblici e privati dei nostri territori.
Espongono i fotografi Stavros Niflis, Kosta Grispou, Giorgios Meis, Yannis Skoulas, Sergio Martucci, Francesco Lamanna, Giuliano Monterosso, Gianni Bova, Makis Vovlas, Nancy Motta, la tarantina Anna Svelto, Filippo Romano, Luigi Nifosi.
La Fondazione Ellenica di Cultura - Sezione Italiana partecipa all’organizzazione, assieme a Istituto Italiano di Cultura ad Atene, Accademia delle belle Arti ‘Pietro Vannucci’ di Perugia, Associazione Culturale Umbria-Grecia ‘Alarico Silvestri’ di Perugia, Comunità Ellenica di Bari, Università degli studi di Bari ‘Aldo Moro’- Dipartimento di scienze dell’Antichità e del Tardo Antico, Centro per la Diffusione della Lingua e Cultura Greca ‘Dimìtris Glàros’ di Brindisi, Associazione Culturale di Taranto ‘DOPOLAVORO FILELLENICO’, Comune di Strongoli (KR), Comunità Ellenica dello Stretto di Messina, Università degli Studi di Catania - Scuola di Specializzazione, Agenzia Consolare Onoraria d’Italia con sede in Paros.
La mostra rimarrà aperta a Perugia fino al 14 febbraio 2014 e successivamente sarà esposta a Taranto (7 - 14 marzo), Brindisi (21 - 28 marzo), Bari (4 - 11 aprile), Strongoli (KR) (18 - 25 aprile), Messina (2 - 9 maggio), Siracusa (16 - 23 maggio), ad Antiparo (4 - 13 luglio), a Paro (20 - 30 agosto) e presso l’Istituto Italiano di Cultura ad Atene (22 – 29 settembre).

 

mercoledì 12 febbraio 2014

Le liriche di José Minervini

 
 
La prossima manifestazione che vedrà soci, ospiti e amici impegnati con il Dopolavoro Filellenico sarà giovedì 27 febbraio alle ore 17,00 nell’aula magna del liceo Quinto Ennio, in via Abruzzo 13, con la presentazione del libro di poesie di José Minervini .
Illustrerà i documenti archeologici del MarTa, il Museo Archeologico di Taranto, che hanno ispirato le poesie di José, lo studioso Michele Accogli, mentre la stessa poetessa parlerà della genesi delle sue liriche.

Kavafis su TarantOggi


Kavafis su ManduriaOggi

sabato 1 febbraio 2014

Vasilòpita 2014: la galleria fotografica

 
 

Tanti simpatici amici hanno condiviso con i soci del Dopolavoro Filellenico la festa del taglio della Vasilòpita, la tradizionale torta di san Basilio con la monetina che porta fortuna a chi la trova nella propria fetta.

Ingresso della nuova socia Nica


 
Nel corso della serata dedicata al taglio della Vasilòpita c'è stata la semplice cerimonia dell'ingresso della nuova socia Nica Bellarosa alla quale ha consegnato la tessera la cara amica e socia Marisa Terzulli

La Vasilòpita 2014 del Dopolavoro Filellenico


LA CANZONE DEL GRUPPO - ΚΑΠΟΥ ΘΑ ΣΥΝΑΝΤΗΘΟΥΜΕ

Abbiamo scelto questa canzone perché in qualche modo ci rappresenta, anche se è una condizione piuttosto comune a molti nella nostra epoca. Anche noi quando dobbiamo riunirci, per un motivo o per l'altro, per impegni di uno o dell'altro, troviamo difficile se non impossibile incontrarci. Inoltre è cantata da un gruppo di bravi artisti affiatati che speriamo possano portare fortuna alla nostra associazione. Cliccando qui possiamo trovare il testo e la traduzione in italiano