Un
museo di voci, di richiami, di profondi echi, tra simboli e figure,
memorie del passato in cui gli oggetti parlano perché acquistano
un'anima e una voce, quell'anima e quella voce di chi sa e vuole ascoltarli.
Giovedì
27 febbraio alle ore 17,00 nell’aula magna del liceo Quinto Ennio,
in via Abruzzo 13 a Taranto, lo studioso di archeologia Michele
Accogli presenterà a soci ed ospiti dell’associazione culturale
Dopolavoro Filellenico il libro di poesie di José Minervini
Epigrammi e didascalie in versi, sonetti ed epitaffi che traggono ispirazione dai reperti archeologici conservati nel museo archeologico di Taranto, il MarTa, un patrimonio di documenti che parlano di antico a chi ha la sensibilità di ascoltarne le voci. Versi scritti alla maniera dei poeti greci e latini, falsi d'autore che riecheggiano i compositori dell’Antologia Palatina tanto da sembrarne, pur senza esserlo, fedeli ed emozionanti traduzioni, suggestioni che strizzano l'occhio a poeti del mondo classico.
“Dispiaciuta del mio tempo, mi sono resa contemporanea degli antichi in fuga dal presente – scrive l’autrice nella premessa – ma poi mi sono accorta che essi, come li pensavo e li sentivo io, erano miei contemporanei e con loro condividevo i sentimenti di sempre che ci affratellano tutti, uomini di ogni età, al di là del tempo e dello spazio in cui ci tocca di vivere”.
Nessun commento:
Posta un commento