da Maurizio De Rosa, su Facebook, sulla celebrazione della ricorrenza:
Secondo la tradizione, il 25 marzo (7 aprile secondo il calendario gregoriano) 1821 a Patrasso fu dato il segnale della rivolta dei “romei” (ossia dei greci) contro l’occupante ottomano: aveva inizio la guerra greca d’indipendenza, che si sarebbe conclusa una decina d’anni dopo con la nascita del regno di Grecia, propiziata dalle grandi potenze dell’epoca, in particolare Francia e Inghilterra. La ...guerra greca d’indipendenza fu un fatto cruciale nella storia europea di quel periodo. Essa precedette di 27 anni i moti rivoluzionari del 1848 e di 40 l’unità d’Italia. Inoltre essa fu la prima rivoluzione a contestare l’ordine sancito dal Congresso di Vienna soltanto 6 anni prima. La guerra greca d’indipendenza fu salutata dai liberali e dai democratici di tutta Europa, che vi vedevano il proseguimento della Rivoluzione francese e l’annuncio di quella primavera dei popoli prossima a fiorire in tutta Europa. Il Vecchio Continente fu allora percorso da un’ondata di simpatia per i greci, che, in un’ottica illuministica e romantica, venivano visti come i combattenti per la libertà contro l’oscurantismo e il totalitarismo orientale. Novelli Leonida contro un redivivo impero Persiano, i greci furono supportati nella loro battaglia da numerosi stranieri (i “filelleni”), tra cui si ricordano Lord Byron e l’italiano Santorre di Santarosa, mentre il pittore francese Delacroix con le sue opere narrava i terribili episodi della guerra come farebbe oggi un reporter nelle zone calde del pianeta. La nuova Grecia fu uno straordinario esperimento politico e sociale, assolutamente inedito per l’epoca (superato soltanto dalla nascita dello Stato d’Israele): per i greci, che volevano uno Stato indipendente per tutta la nazione, dispersa ai quattro angoli del Mediterraneo, in Africa, nei Balcani e in Russia; per i filelleni che vi vedevano il punto d’inizio di un nuovo corso della storia europea; per le grandi potenze desiderose di spartirsi l’eredità dell’impero ottomano; per avventurieri di ogni specie, che speravano di veder realizzate le loro utopie cogliendo l’occasione irripetibile di uno Stato da costruire da zero. Da allora la Grecia ha vissuto su due piani, quello della realtà storica e quello dell’immaginario, e da ben due secoli essa è chiamata, più di qualsiasi altro Paese delle sue stesse dimensioni, a confermare le aspettative (spesso irrealistiche) che gli altri nutrono per suo conto. La dicotomia tra realtà e idealità costituisce uno dei tanti dualismi irrisolti, forse il principale, che caratterizzano la Grecia moderna, e che ne costituiscono il fascino peculiare e inafferrabile.
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